di Fabio
Anselmo*
Condivido ogni singola parola dell’editoriale di Cristiano Bendin pubblicato ieri. Accetto volentieri la ‘tirata d’orecchie’ che mi viene rivolta sul tenore del dibattito che si è aperto con modalità tali da non consentirne l’apprezzamento dei contenuti in modo serio e concreto. I Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti irregolari non sono carceri ma molto molto peggio. Sono i famigerati CPR. Essi nascono dalle estreme difficoltà che impediscono allo Stato Italiano di rimandare nei paesi d’origine coloro che vi fuggono nella disperata ricerca di un luogo migliore in cui poter vivere, od almeno sopravvivere. La risposta europea e di tutto il mondo occidentale, con responsabilità di tutti noi, è questa. A fronte di un’emergenza planetaria le decine di migliaia di profughi intraprendono la via della speranza trovando, viceversa, detenzione e, spesso, condizioni di vita bene peggiori di quelle lasciate a caro prezzo. Poche, e tutte impraticabili le scelte per contrastare il fenomeno se questa è la via politica da seguire: lasciarli annegare nel mediterraneo; fucilarli alla loro presentazione alle frontiere della nostra sacra Patria; aprire un conflitto sui territori dei paesi di provenienza per sterminarli tutti all’inizio del loro viaggio della speranza. Parlare invece del loro rimpatrio è facile da dire, difficile, se non impossibile da fare. Ecco allora i centri di ‘permanenza’. Per capire che cosa sono occorre entrarci e vedere come funzionano. I parlamentari ne hanno facoltà. Le ispezioni, si badi bene, debbono essere a sorpresa. In pochi le fanno perchè i più preferiscono soltanto parlarne. I senatori Ivan Scalfarotto e Ilaria Cucchi sanno perfettamente di che cosa stiamo parlando. La seconda è stata sentita dai PM della Procura di Roma dopo la presentazione di un dossier corredato da immagini terribili, sulle reali condizioni di vita di quella povera gente che è ristretta nelle gabbie dei CPR. I CPR sono anche un business economico di dimensioni importanti che prospera sulla speculazione bieca e brutale che caratterizza le inaccettabili condizioni di vita cui sono costretti gli ‘ospiti’. Dico ospiti perchè oltre il novanta per cento di loro sono detenuti senza aver commesso alcun reato. Ma le condizioni disumane cui sono costretti a vivere senza sapere perchè possono trasformali in criminali o, peggio, terroristi. L’interessamento a queste problematiche da parte dei due Senatori è nata dalla morte di Wissem Abdel Latif per overdose da psicofarmaci. Ilaria Cucchi ha documentato e portato a conoscenza l’abnorme consumo di psicofarmaci che avviene in questi centri. Il personale che vi lavora ammette che le prescrizioni, fuori da esigenze e programmi terapeutici, sono necessarie perchè altrimenti tutti impazziscono. Gli immigranti non lo sanno ma, dopo 180 giorni, nell’impossibilità di un loro effettivo rimpatrio, verranno rilasciati. Verrà aperta quella porta e saranno abbandonati a loro stessi e alla generosità dei ferraresi. È questo che vogliamo per la nostra città? Ma soprattutto è questo che vogliamo per la nostra coscienza? A pochi centinaia di metri da questi luoghi di sofferenza si celebreranno l’Oktober fest, Monsterland, Ferrara tattoo: fiori all’occhiello per questa amministrazione. È questo il modello ambientale che vogliamo della nostra città? In tanti si sono sdegnati per l’uso del parco urbano per un concerto. Ora ne si cancella un altro (parco) per consumare il suolo con una struttura in cemento armato sicuramente poco godibile. Questa scelta è di terribile impatto ma anche estremamente significativa riguardo all’approccio politico che si vorrebbe offrire alla soluzione di tutti i problemi della nostra Città ma anche del nostro Paese. Bendin scrive giustamente che il Vescovo fa solo il suo mestiere. Siamo noi che non stiamo facendo il nostro. Secondo la mia modesta opinione si deve cominciare da qui. Dalla tutela dei diritti umani e di libertà di tutti i cittadini. I migranti non possono essere trattati come i rifiuti nella raccolta differenziata. Moltiplicazione dei CPR e prolungamento dei periodi di permanenza testimoniano che i rimpatri non esistono o sono del tutto irrisori. Allora prepariamoci ad accogliere come si deve i fuoriusciti dal nostro CPR
* avvocato