
Un’anguilla con il ‘pop up’
Cesenatico (Cesena), 10 dicembre 2024 – Cesenatico si conferma un centro importante per lo studio sulle anguille e a livello internazionale. Nel progetto Lifeel per la salvaguardia dell’anguilla europea a rischio di estinzione, il gruppo di ricerca guidato dal professor Oliviero Mordenti del dipartimento di scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna, che ha sede a Cesenatico, da anni sta studiando la riproduzione in cattività delle anguille, ottenendo risultati sempre più incoraggianti.
Ora ha stretto un importante accordo con l’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito, che consiste nella fornitura e installazione di strumentazioni ‘pop up’, trasmettitori satellitari da impiantare nella schiena delle anguille per poterne seguire i movimenti. Nei giorni scorsi i docenti e gli studenti dell’Università, il personale dell’Agenzia britannica per l’ambiente giunto da Londra e la Capitaneria di Porto hanno liberato in mare a un miglio dalla costa venti anguille adulte con il ‘pop up’ inserito.
Le anguille saranno monitorate negli spostamenti. A tenere a battesimo l’evento c’erano le telecamere della trasmissione Rai Geo e Geo, che da quarant’anni va in onda su Rai3, e di Teleromagna. L’anguilla europea ha un ciclo biologico molto particolare e affascinante, in quanto nella stagione riproduttiva compie una lunga migrazione, si ipotizza fino al Mar dei Sargassi nell’Oceano Atlantico, dove dopo un viaggio lungo da 6.000 a 9.000 chilometri, ha luogo la riproduzione e subito dopo la morte naturale. In tale direzione vanno però soltanto delle ipotesi, dopo i primi esperimenti. Il dottor Antonio Casalini, che fa parte insieme a Laura Gentile e Pietro Emmanuele del gruppo di ricerca del professor Oliviero Mordenti, entra nei dettagli: “I ‘pop up’ installati sono dei trasmettitori satellitari, hanno la durata di un anno e dopo tale termine sono programmati per staccarsi. Tutti i dati registrati vengono trasmessi con le coordinate, le batimetrie di profondità e altri elementi fondamentali per vedere quale percorso fanno le anguille. Si tratta di sistemi specifici e sofisticati. Ad esempio se l’anguilla viene aggredita da un predatore il ‘pop up’ si stacca, così come nel caso in cui rimanga a lungo ferma e potrebbe quindi essere morta”.
Da questo progetto realizzato dagli studiosi tra Cesenatico e Londra si potrebbero apprendere notizie importanti sul ciclo di vita delle anguille: “Se scoprissimo che anche le anguille europee del nord Adriatico, raggiungono lo stretto di Gibilterra e oltre – prosegue Casalini –, facendo lo stesso percorso di migrazione delle altre anguille sino al Mar dei Sargassi, sarebbe un risultato eccezionale. Per le anguille europee è tutto più difficile rispetto alle anguille dei Paesi che si affacciano sull’Oceano Atlantico, come le nazioni del continente africano, della Spagna, del Portogallo e della Francia”.
Francesco Marzolla, comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Cesenatico, ha concluso: “Questa operazione si inserisce nell’ambito delle attività di collaborazione con il corso di laurea in Acquacoltura e igiene delle produzioni ittiche del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna. Noi siamo contenti e orgogliosi di dare un contributo a questo progetto e alle ricerche”.