Una telefonata inaspettata. Dall’altro capo del filo una voce calma e rassicurante. Si spaccia per un carabiniere. Con una scusa distrae il marito, mentre un complice (o lui stesso, questo ancora non è chiaro) bussa alla porta raggirando la moglie e derubandola. Cronaca dell’ennesima truffa che ha avuto come protagonista una coppia di anziani. Il tutto è avvenuto in città nel pomeriggio di sabato. A dare l’allarme è stata la figlia delle vittime, resasi conto che i genitori erano finiti nella trappola di malviventi che non si fanno scrupoli a colpire le fasce più deboli della popolazione. A seguito della segnalazione, sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato. Dopo aver ascoltato e tranquillizzato le vittime, si sono messi al lavoro per cercare di ricostruire l’accaduto e risalire ai responsabili dell’odioso raggiro. Il canovaccio è ormai noto. Le tecniche usate dai truffatori sono più o meno sempre le stesse. Tra queste c’è quella del finto appartente alle forze dell’ordine che contatta il malcapitato segnalando un guaio con la giustizia che, spesso, riguarda parenti stretti o le stesse persone finite nel mirino.
Ed è proprio la tecnica utilizzata nel caso in questione. Il truffatore ha chiamato a casa della coppia spacciandosi per un carabiniere. Con qualche abile giro di parole ha convinto il marito ad allontanarsi, in modo che la moglie rimanesse sola in casa. A quel punto è scattata la trappola. Il malvivente (o un complice) si è presentato a casa dei pensionati e si è fatto aprire la porta. Una volta dentro ha rubato denaro e gioielli nascosti in una cassettina. La poliza sta svolgendo tutte le indagini del caso, sia alla ricerca di tracce lasciate dai malviventi che di immagini, magari riprese da telecamere della zona. Nel frattempo, procede la campagna di prevenzione contro questi reati con la campagna ‘Non ci casco’, realizzata dall’assessorato alle Politiche sociali. Il prossimo appuntamento dedicato alla sensibilizzazione è il 19 ottobre al centro sociale ‘Il Melo’di via del Melo.
f. m.