ARGENTA
Il 19 ottobre scorso l’argine dell’Idice ha rotto in due punti e il territorio argentano, soprattutto la frazione di Campotto, è ripiombata nell’incubo, un’alluvione che si è lasciata alle spalle danni ingentissimi. Se ne parlerà domani sera alle 20.30 nel Teatro dei Fluttuanti, nell’assemblea pubblica convocata dall’amministrazione comunale: una sede ampia per contenere tutti coloro che volessero confrontarsi sugli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio a seguito della rottura dell’argine del fiume Idice. Sarà presente anche il sindaco Andrea Baldini, in prima linea fin dal primo giorno. "La rottura dell’argine è di 40 metri nel punto di massima portata e qui è finita l’acqua di tre piene – ha sottolineato il sindaco nel pranzo solidale ospitato domenica scorsa a Filo, a Villa Vittoria – quindi non basta aprire le paratie delle cassa di espansione per reggere l’urto". Il primo cittadino ha approfittato per un’altra stilettata al centrodestra: "Dobbiamo tutti prendere coscienza del cambiamento climatico, con la differenza che una parte viene con noi a vedere la situazione, un’altra non viene e dice che il Governo di cui fa parte ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni, ma qui sul territorio regionale ne arrivano 15, soldi che basterebbero solo per l’Argentano". Il bel tempo della scorsa settimana ha fatto abbassare il livello dell’acqua, pertanto ci sarebbero le condizioni per iniziare i lavori di ripristino. Ricordiamo che la rottura del fiume Idice ha causato anche l’allagamento del parco della Pieve e di un bar che era stato aperto solo l’anno scorso. Il punto di restauro nell’area verde ha subito danni enormi, tanto che il titolare ha rivolto un appello per raccogliere fondi per ricominciare e altrettanto ha fatto lo staff dell’agriturismo. Sommersa nel parco anche la Pieve di San Giorgio, il più antico monumento storico, per il quale si teme il distacco dei pochi affreschi rimasti. Il sindaco ha scritto una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella quale "ho cercato di trasmettere quello che è successo, e di dare voce a chi ne ha subìto le conseguenze. Per noi il sùbito sarà quando le acque si saranno ritirate. Passerà purtroppo ancora del tempo prima che questo succeda e prima che sia possibile contare tutti i danni che questa alluvione ha fatto: le strade e i ponti; il museo delle Valli, la Pieve di San Giorgio e il suo parco; i danni ai campi agricoli, alle strutture, alle case delle famiglie che lì abitano". E’ stato dichiarato lo stato di emergenza; la presidenza del Consiglio dei Ministri ha messo a disposizione 15 milioni di euro, infine il Consorzio di Bonifica sta gestendo le acque portandole verso il Reno.
Franco Vanini