REDAZIONE FERRARA

Alla scoperta della storia. Boom di turisti agli scavi. Gli archeologi in diretta

Comacchio, lo scorso fine settimana 200 visitatori a Santa Maria in Padovetere. Si tratta del sito dove nel 2023 è stata portata alla luce una villa romana.

Uno dei momenti in cui gli archeologi spiegano ai visitatori i tipi di ritovamenti

Uno dei momenti in cui gli archeologi spiegano ai visitatori i tipi di ritovamenti

Un successo l’afflusso agli scavi sl sito di Santa Maria in Padovetere. Solo lo scorso finesettimana sono state più di 170 le persone che sabato e domenica hanno scelto di vedere dal vivo gli archeologi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia durante lo scavo al sito di Santa Maria in Padovetere. Un’occasione unica per i partecipanti alle visite guidate, che hanno potuto ammirare i risultati della campagna di scavo 2024 sulla villa di epoca romana rinvenuta presso il sito, così come sull’area cimiteriale tardoantica. Infatti, la missione archeologica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, guidata dal dottor Alessandro Alessio Rucco, sotto la direzione scientifica della Funzionaria della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara dottoressa Carolina Ascari Raccagni, ha ripreso le attività di indagine presso l’area archeologica di Santa Maria in Padovetere.

Gli archeologi hanno proseguito gli scavi nell’area della villa romana individuata durante la campagna di scavo del 2023, con l’obiettivo di mettere in luce le diverse fasi della struttura, nonché le numerose sepolture altomedievali lì deposte a seguito dell’abbandono della villa. Oltre allo scavo, un team di archeologi ha presentato ai visitatori materiali ceramici e resti umani per ricostruire insieme la vita nell’antico Delta del Po prima della nascita di Comacchio. Infine, il direttore Marco Bruni ha illustrato a tutti i presenti i resti della Pieve e il nuovo percorso di visita inaugurato pochi mesi fa dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara: un itinerario che conduce ai resti dell’antica pieve, accessibile a tutti, grazie ad un percorso inclusivo dotato di un ampio camminamento percorribile anche in carrozzina, con bordi di guida per ipovedenti, spazi di sosta attrezzati con panchine, cestini, parapetti e appoggi ischiatici, cartellonistica esplicativa in italiano, inglese e braille e con Qr code da cui scaricare note esplicative e audio-descrizione. Questi e tanti altri servizi per garantire a tutti la fruibilità dell’area archeologica. Le campagne archeologiche sul territorio di Comacchio sono destinate a proseguire. Infatti, a breve riapriranno gli scavi presso l’abitato di Spina, a cura dell’Università di Bologna. Dalla pagina Facebook del Museo del Delta Antico viene lanciato l’invito a visitatori e appassionati a seguire i canali web e social per scoprire come partecipare a visite guidate e ad eventi dedicati che saranno prossimamente promossi e organizzati.

Valerio Franzoni