Ferrara, 15 agosto 2019 - Dalla campagna di Burana, buen retiro campestre e centro dei propri affetti, ma sempre in filo diretto con Ferrara e Roma, data la crisi di governo in pieno svolgimento, il sindaco Alan Fabbri traccia con il Carlino un bilancio dei primi due mesi di mandato con lo sguardo rivolto ai principali nodi amministrativi, che l’aspettano sul tavolo di lavoro dopo Ferragosto. Più che stanchezza per la vittoria conquistata dopo lunghi mesi di campagna elettorale, a tratti avvelenata da polemiche e attacchi anche personali, Fabbri confessa «una grande voglia di lavorare per imprimere una svolta a Ferrara». Dalle municipalizzate al Municipio, dalla sicurezza alla cultura ecco le priorità.
Lei è sindaco da due mesi dopo una vittoria storica: un primo bilancio?
«Girando per la città e il suo territorio vedo e sento gente contenta. Ci sono sicuramente grandi aspettative, che mi caricano di responsabilità, ma credo che il nostro atteggiamento, aperto ai cittadini, e i primi atti amministrativi siano stati avvertiti in modo positivo».
La difficoltà più grande?
«Il caso stadio ‘Mazza’ è stato una doccia fredda, caso fortunatamente risolto con soddisfazione di tutti e mi faccia, in questo contesto, esprimere la nostra amicizia e vicinanza alla Spal, dalla società ai giocatori, ai tifosi. Poi la questione campo nomadi, che ci ha impegnato molto e ha inevitabilmente creato qualche problema».
Poi ci sono state le tensioni con le associazioni. Forse si sarebbero potute evitare...
«Quando si rompe con il passato è inevitabile ci siano tensioni. Ciò che conta è aver portato a casa il risultato».
Primi obiettivi dopo le ferie?
«Migliorare ulteriormente la trasparenza della macchina comunale e lavorare con gli assessori Maggi e Lodi per la formazione di una squadra che si occupi delle piccole cose, dalle buche all’erba alta. E poi voglio ringiovanire questo Comune...».
Su Cortevecchia e altre questioni l’opposizione si è fatta sentire, non è sempre andato tutto liscio.
«Guardi, in tutta sincerità nell’opposizione ho notato più rabbia e frustrazione che contenuti veri. Spero capiscano una volta per tutte che noi abbiamo vinto e che loro hanno perso ma che assieme possiamo lavorare per costruire una nuova Ferrara. Invece di denigrare me, che ho esperienza politica e amministrativa, e ciò che stiamo facendo, cerchino di capire che la città è cambiata».
Cosa farà con le municipalizzate?
«Tra gli obiettivi c’è anche quello di mettere mano, da settembre, a tutte le municipalizzate. Voglio cambiare i vertici di Holding, Ferrara Arte, Ferrara Musica, Teatro comunale e Amsef, dove Panizza ha già presentato le sue dimissioni. Non guarderò al colore politico, ma alla competenza e alla fiducia».
L’intervista completa la potete trovare nell’edizione cartacea odierna