Tre truffe messe a segno. Con la tecnica del finto carabiniere e sedicente avvocato che chiedevano soldi per ’liberare’ una volta il nipote oppure la figlia e e il genero dopo un incidente inesistente. Vittime ultraottantenni, anche con problemi di mobilità. Per liberare accettavano tutto, denaro in contanti ma anche gioielli. In tre sono finiti a processo, ma alle udienze nessuna delle vittime si è mai presentata. Gli anziani, infatti, hanno inviato dei certificati medici per giustificare la mancata comparizione in tribunale. Al punto che gli avvocati difensori dei truffati, ieri mattina, hanno chiesto un perito che valuti se dietro ai certificati ci siano davvero motivi sanitari oppure soltanto la volontà di non comparire. Il giudice ha quindi previsto che vengano verificati i certificati presentati dalla vittime. La difesa ha tutto l’interesse che gli anziani si presentino in aula per ottenere un contraddittorio. Le vittime sono tutte residenti nell’Alto Ferrarese come del resto gli imputati di etnica rom. I raggiri, come denunciato dagli anziani, erano tutti via telefono e basati sul parente in difficoltà da salvare con il pagamento di una somma di denaro. Si tratta di una truffa ormai in voga da anni che non accenna ad attenuarsi neanche nella nostra provincia. Dopo la telefonata all’anziano di turno, un incaricato del truffatore (spesso un complice) passa dall’abitazione per farsi consegnare soldi oppure gioielli, nel caso le vittime non abbiamo abbastanza contante in casa.
CronacaAl processo sulle truffe, assenti le vittime: "Verificate i certificati per non comparire"