REDAZIONE FERRARA

"Al mare un’impresa trovare personale. Anche se pago di più"

Bressan (Quelli di Flip): "Bonus di 300 euro in busta. Ma è inutile. Non mi riconosco nei ragazzi di oggi".

"La ricerca di personale? Va male, malissimo. Siamo disposti a dare, rispetto alla busta paga, altri 200, 300 euro in più. Non serve a niente. I ragazzi, e lo dico io che non credo di essere tanto ‘vecchio’, hanno perso la passione per il lavoro. Servono baristi, camerieri, personale in cucina. Mancano diverse figure, non riesco a trovarli. E’ molto difficile, veramente molto difficile", Kevin Bressan è il proprietario dello stabilimento ‘Quelli di Flip’ a Porto Garibaldi. Bressan, 33 anni, ha fatto una scommessa ormai dieci anni fa. La memoria del nonno scomparso doveva restare impressa. Ed è nato ‘Quelli di Flip’, così gli amici chiamavano suo nonno. E’ giovane, ha cominciato a rimboccarsi le maniche quando era un ragazzino. E non ci crede, non vuole crederci.

"Mi sembra di rapportarmi con un altro mondo – riprende –. Io ho cominciato a lavorare quando avevo 15 anni, abbiamo costruito una bella attività, il bistrot, lo stabilimento balneare. Negli anni Novanta eravamo noi a gestire La spiga d’oro. E anche se ho 33 anni posso dire che il lavoro è stata la mia vita. Quando sento giovani che dicono di no ad un posto di lavoro, non riesco proprio a capire. Non è nelle mie corde, mi sono sempre dato da fare, questi ragazzi non fanno parte del mio mondo. A parte qualche mese siamo aperti per tutto l’anno, il chiosco in spiaggia l’abbiamo aperto già a febbraio. Da almeno una settimana possono noleggiare i lettini. Qui siamo come una famiglia, c’è mia madre, mia sorella, eppure per riuscire a trovare personale dobbiamo fare i salti mortali. Ogni anno è peggio. Perdonatemi la battuta, ma i dipendenti non sono loro, siamo noi i dipendenti. Che se non troviamo camerieri, baristi non sappiamo come fare".

C’è la questione della movida, della musica nelle spiagge. "Fermare la musica è un po’ distruggere tutto quello che stiamo facendo – afferma –. Dobbiamo garantire un futuro ai nostri lidi, devono essere luoghi belli, che portano turisti. E che creano anche occasioni e opportunità di lavoro, questi eventi vogliono dire posti, occupazione. Ci sono in ballo investimenti, soldi che rischiano di finire in fumo, solo per alcuni permessi abbiamo speso 3500 euro. Dobbiamo trovare un compromesso – il segnale d’apertura –, compromesso che serve a tutti. Dobbiamo guardare all’interesse della nostra costa, trovare una via di mezzo". ‘Quelli di Flip’, 250 ombrelloni, profumo di cucina. "E’ frequentato, oltre che da villeggianti italiani, da tantissimi turisti provenienti per lo più dalla Germania e dai Paesi dell’Est".

m. b.