REDAZIONE FERRARA

Agricoltura del futuro. Serra a energia zero: "All’avanguardia nella sostenibilità"

É la prima struttura realizzata in città che non consuma acqua, garantisce una produzione ortofrutticola senza consumo di suolo. Il vicesindaco Balboni: "All’avanguardia in Italia e in Europa".

Il vicesindaco Alessandro Balboni durante la visita alla struttura

Il vicesindaco Alessandro Balboni durante la visita alla struttura

Grazie a un progetto unico e affascinante, Ferrara si conferma un polo d’eccellenza per l’innovazione e la sostenibilità: in città è stata realizzata la prima serra idroponica a energia zero, consumo idrico zero e contaminazione controllata rispetto ai patogeni.

Il Centro Ricerche Cias dell’Università di Ferrara ha dato vita infatti a una soluzione all’avanguardia, che ha come obiettivo quello di rivoluzionare l’agricoltura, con un sistema capace di garantire una produzione ortofrutticola di altissima qualità senza consumo di suolo, senza sprechi d’acqua e senza ricorrere a energia da fonti tradizionali, ma, cosa più importante, a contaminazione controllata, essendo questo un problema generalizzato delle coltivazioni, sia in ambienti chiusi che aperti. Un laboratorio sperimentale che intende anticipare le sfide future e offrire un’alternativa concreta alla coltivazione tradizionale. Con la sua caratteristica forma di igloo, di notte si illumina di rosso e viola, ed è situata a pochi passi dalla facoltà di Ingegneria, alle porte della città estense.

Invitato dal professor Sante Mazzacane, il vicesindaco Alessandro Balboni ha fatto visita alla serra, per conoscerne più da vicino il funzionamento e la resa. Questa innovativa ricerca, che prende il nome di Armonia, si basa su un concetto di sostenibilità totale. La serra semisferica, una cupola geodetica di ultima generazione, e il “cubo” tecnologico, di 5 metri di lato, pur privi di fondazioni tradizionali, sono progettati per resistere a venti di 200 km/h e a terremoti di elevata intensità, grazie alle forme che non a caso richiamano i solidi platonici, garantendo peraltro un clima ideale senza impiego di combustibili fossili. L’energia annuale necessaria per il suo funzionamento viene prodotta da un sistema fotovoltaico avanzato, che, oltre a generare corrente, funge da centro di controllo per tutte le funzioni della serra. La serra è in grado di recuperare le acque meteoriche (in un prossimo futuro estrarre acqua direttamente dall’aria), riducendo a zero il fabbisogno idrico proveniente da fonti tradizionali. Questo, unito alla tecnologia idroponica (ovvero la coltivazione senza suolo o fuori suolo), permette una resa elevatissima, con una produzione stimata tra i 100 e i 150 kg di ortaggi e frutta per metro quadrato all’anno. Inoltre, grazie all’impiego sperimentale di batteri probiotici selezionati, innocui per l’uomo, le piante e gli animali, il sistema elimina la necessità di fitofarmaci, garantendo coltivazioni più sicure, naturali e prive di contaminazioni. Attualmente, nell’innovativa serra del Tecnopolo di Ferrara, si sta sperimentando la coltivazione di insalate e di undici varietà di basilico. "Ferrara, anche grazie a progetti come questi, è una città che guarda al futuro e che è avanguardia in Italia e in Europa", ha detto il vicesindaco Alessandro Balboni. I ricercatori coinvolti sono Sante Mazzacane, Elisabetta Caselli, Maddalena Coccagna, Antonella Volta, Matteo Bisi, Maria D’Accolti, Irene Soffritti, Francesca Bini, Eleonora Mazziga e Giampaolo Guerzoni. Sono due le strutture private coinvolte e sponsor del progetto oltre a Cias e Università degli Studi di Ferrara: Tecnodome srl di Milano (fornitura della serra) e Sabiana spa – Milano (fornitura fancoil).