REDAZIONE FERRARA

Aggressioni e rapine, ecco la faida dei Baluardi: cinque a processo

Aggressioni e rapine, ecco la faida dei Baluardi: cinque a processo

Approda in tribunale un altro capitolo della faida di via Baluardi. Cinque gli imputati, con accuse che vanno dalle lesioni alla rapina. La vicenda finita davanti al collegio giudicante riguarda una serie di episodi accaduti tra il 3 e il 4 giugno del 2021 e vede come protagonisti due gruppi di tunisini, nella doppia veste di imputati e persone offese (difesi dagli avvocati Massimo Bissi, Salvatore Mirabile, Paola Turarolo e Suela Fani). Le vicende riguardano aggressioni reciproche che, stando a quanto emerso da alcune testimonianze, sarebbero da ricondurre al controllo di una piazza di spaccio su quel tratto di mura. Il primo episodio è del 3 giugno 2021 e vede sotto accusa Imed Arfaoui (noto alle cronache anche per essere intervenuto la sera in cui Pierpaolo Alessio uccise la nonna Maria Luisa Silvestri in via Marconi, azione per la quale fu ringraziato in un incontro in municipio), Nour Selmi e Chokri Manai. I tre avrebbero raggiunto sulle mura Naim Chalgoumi, Majid Touati e la sua compagna aggredendoli con dei bastoni. Chalgoumi, sentito in aula, ha parlato anche di una "spada" brandita da un aggressori.

Il secondo raid avviene lo stesso giorno. Stavolta le parti sono invertite. Touati, Chalgoumi e un terzo uomo non imputato in questo processo, insieme ad altri non identificati, avrebbero bloccato Manai in via San Romano spruzzandogli in faccia spray urticante, minacciandolo di morte, prendendolo a pugni e rubandogli un marsupio con dentro duecento euro. L’ultimo fatto al centro del processo è del giorno successivo, il 4 giugno. Imputati sono ancora Touati e Chalgoumi. I due, insieme ad altri, si sarebbero presentati a casa di Arfaoui aggredendolo con un coltello da cucina. Ieri mattina sono stati ascoltati quasi tutti i protagonisti della vicenda. In particolare Chalgoumi, nel raccontare la prima aggressione ha parlato di quell’area come di una "zona di spaccio" nella quale l’altro gruppo "voleva comandare". I fatti al centro del processo, che tornerà in aula il 6 marzo, sono legati ad altre violenze scoppiate tra tunisini, come l’accoltellamento di via baluardi del giugno 2020 e l’episodio del finto sequestro di persona scoperto nell’aprile del 2022.

f. m.