Ferrara, 16 aprile 2020 - L’emergenza legata al Coronavirus colpisce anche il mondo degli studenti universitari. Non solo rivoluzionando il modo di partecipare alle lezioni o alle lauree – oggi sostenute via web – ma anche in relazione agli affitti. E in una città come Ferrara, dove i ragazzi provenienti da altre regioni sono decine di migliaia, il problema è serio. Anzi, duplice. Già, perché coinvolge sia gli studenti, sia i proprietari di case.
Ma andiamo con ordine. Sono circa ventimila i giovani che, ogni anno, si organizzano per riuscire a trovare una stanza (o, per i più fortunati, un appartamento) in città. Il tutto, naturalmente, in affitto. Dall’altro lato, come detto, l’offerta è rappresentata da tutti quei piccoli proprietari immobiliari che ben volentieri mettono a disposizione la propria seconda casa per guadagnare qualcosina con l’arrivo degli studenti. Un ingranaggio pressoché perfetto che, però, in tempo di emergenza rischia di incepparsi. Gran parte degli studenti fuori sede, infatti, da circa un mese a questa parte, sono tornati ai propri paesi d’origine. E c’è di più: a rendere tutto ancor più complicato non è solo il presente, quanto il futuro, più che mai incerto.
"In queste settimane – sottolinea Alessandro Balboni, assessore ai Rapporti con Unife – molti giovani universitari mi hanno scritto preoccupati; sia ragazze che ragazzi, sia potenziali matricole che studenti ormai alla fine degli studi. Non sanno come comportarsi, perché vorrebbero quantomeno una diminuzione del canone d’affitto". Tanti, infatti, per sostenere le spese hanno iniziato qualche lavoretto che, nelle ultime settimane, si è fermato. Altri avrebbero preferito tornare a casa, ma per vari motivi non ce l’hanno fatta. "Purtroppo – prosegue Balboni – noi come amministrazione non possiamo intervenire nelle questioni tra privati. A livello nazionale il ministro dell’Università ha incontrato la rappresentanza studentesca, ma non è ancora stato deciso nulla".
Perché dovrebbe intervenire il governo? Semplice. Perché dall’altro lato, i proprietari degli immobili – in cambio di una riduzione delle rette degli affitti – chiedono uno sconto sulle tasse. Ed è qui che il cerchio non si chiude. Tutto, infatti, dipende dalle decisioni che dovrebbero arrivare da Roma, ma non si sa quando (e, a questo punto, nemmeno se). Intanto, però, il tempo passa e gli studenti universitari si interrogano sempre più sul proprio futuro. Un futuro, va detto, non così limpido. Unife, tramite il Rettore Zauli, ha sottolineato come ci si stia organizzando affinché anche il prossimo anno accademico sia il più tecnologicamente avanzato possibile, con la possibilità (qualora ce ne fosse bisogno) di continuare a svolgere lezioni, esami e tesi online. Peccato che, se l’Ateneo estense diventasse frequentabile per tutti dal proprio paese d’origine, si rischierebbe di mettere in crisi un settore importante per Ferrara, come quello relativo agli affitti per studenti: "Io – conclude l’assessore – credo che la didattica frontale rimanga comunque quella preferibile, anche perché molte tipologie di cor si non possono prescindere da laboratori e tirocini".