NICOLA BIANCHI
Cronaca

Adescamento di minori. Professore indagato, la perquisizione a scuola è di oltre un mese fa

Il 16 dicembre tre carabinieri in borghese si presentarono nell’istituto . Presenti l’insegnante coinvolto e il responsabile pro tempore del plesso. Il provveditorato: "Notizia appresa dal Carlino. Non possiamo confermarla".

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Bologna, è stata portata avanti dai carabinieri (foto d’archivio)

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Bologna, è stata portata avanti dai carabinieri (foto d’archivio)

Silenzio. La parola d’ordine che regna tra gli uffici scolastici chiamati in causa indirettamente dall’inchiesta del docente indagato per adescamento di minori è proprio questa. Bocche cucite: c’è un docente con un procedimento penale in corso e non definito – contro l’uomo, va ribadito, al momento c’è un’indagine preliminare conclusa con l’atto notificato la settimana scorsa –, ma soprattutto c’è una ragazzina che non ha nemmeno 14 anni che va preservata e protetta in ogni modo. Una vicenda dura da digerire, che abbiamo iniziato a raccontare ieri e che coinvolge un professore di 48 anni di una scuola secondaria ferrarese di primo grado, una di quelle che tempo addietro era chiamata semplicemente scuola media. Un fascicolo che parla di un continuo e fitto scambio di messaggi, "decisamente espliciti", molti con "fantasie sessuali", tra la studentessa e l’indagato.

Per il pm Augusto Borghini della Procura di Bologna, "approfittando del ruolo di docente", attraverso una condotta "complessiva improntata a condizionare la volontà della minore", affidata alla "sua cura e istruzione", l’avrebbe indotta a compiere atti "di natura sessuale", prospettandole, di persona o tramite messaggi, "le sue fantasie erotiche". Un modo, continua il capo di imputazione, "per carpirle pienamente la fiducia (...)" , "influenzando la volontà della minorenne (...)" , "perturbata e soggiogata (...)".

Ieri abbiamo ripetutamente cercato di parlare con scuola ed ex provveditorato agli studi, per capire eventuali decisioni prese o da prendere. La risposta è arrivata tramite un messaggio whatsapp: "L’ufficio – così il provveditorato – ha appreso della notizia indicata dalla lettura dell’articolo del Carlino". Ufficio che, si precisa subito sotto, "non può nemmeno confermare" la stessa. In ogni caso, "in generale e per questi fatti molto gravi che riguardano studenti minorenni, l’ufficio necessariamente non può rilasciare alcun genere di informazioni, se non la rassicurazione che tanto le istituzioni scolastiche, quanto l’Uat di Ferrara, si attivano con la massima attenzione per fare luce sulle vicende e procedere secondo quanto normativamente previsto". Stop.

Il Carlino però è in possesso di un atto che conferma invece come la scuola, fin dal 16 dicembre, era stata informata perlomeno dell’indagine a carico del docente. Quella mattina, infatti, tre carabinieri in borghese si presentano nell’istituto per una perquisizione nei luoghi di lavoro del prof. Lui è presente, l’atto dell’azione dell’Arma gli è notificato, viene reso edotto di tutte le sue facoltà previste dalla legge. È presente anche un dirigente della stessa scuola, in qualità di responsabile pro tempore. A lui i carabinieri mostrano il documento che attesta la perquisizione nell’edificio. Vengono sequestrati il cellulare, un portatile e l’agenda del docente oltre a un compito in classe della studentessa parte lesa. Il tutto dura circa venti minuti.

Secondo il consulente della Procura, dal 7 novembre al 16 dicembre, giorno appunto della perquisizione e del sequestro, sono stati inviati "oltre 10mila messaggi" tra prof e alunna. Restando alle date, è del 5 dicembre l’iscrizione come indagato per adescamento di minori – va precisato che non sono state trovate foto pedopornografiche e non vi sono stati atti di natura sessuale –, il 9 il fascicolo viene trasmesso a Bologna per competenza distrettuale, il 13 gennaio la firma sul 415bis, atto che chiude l’indagine. Solitamente preludio di una richiesta di rinvio a giudizio.