Ferrara, 1 novembre 2024 – “Alle 2,30 di notte era qui a fare il pane. Come sempre, come ogni giorno. La sua vita”, non riesce a trattenere le lacrime Silva, la moglie di Sergio Romano Perdonati, decano dei fornai, maestro di un’arte antica. Fino alla fine ha lavorato. Si è spento ieri, a 86 anni, una città lo piange. La porta del forno – le vetrine si affacciano in via San Romano –, ogni cinque minuti si apre. Nel profumo del pane la commozione dei clienti, a capo chino, abbracciano la moglie. Si stringono a Raffaella, una delle due figlie. Lasciano un tributo, episodi che raccontano la storia di un uomo che ha dedicato se stesso al lavoro.
“Ti ricordi quando…”, immagini che affiorano, emozioni. Perché non può non commuovere l’avventura di questo artigiano, maestro nel cesellare le coppie di pane, il suo lavoro una passione. Il decesso ieri, quando sembrava stesse per riprendersi dopo una brutta caduta in bici, avvenuta giovedì 17. Racconta Raffaella: “E’ tornato dicendo che sentiva forti dolori alla pancia, era caduto. E’ stato ricoverato in rianimazione. Sembrava stesse meglio. Poi ha avuto un peggioramento”.
Appena 11 anni e già lavorava nel forno. Presidente provinciale dei panificatori di Confcommercio Ferrara, era un faro in quello spazio, dove nel lievitare di coppie e rosette riviveva una tradizione familiare. Il primo passo nell’ottobre del 1949, alza la saracinesca papà Otello, la centralissima via San Romano, angolo con via delle Volte. Attorno una città che cambia, quel mestiere che rimane fedele al passato, briciole di nostalgia.
“Perdonati è stato un punto di riferimento nella cultura della panificazione, il suo forno era meta di chef, di troupe tv”, ricorda Marco Amelio, presidente provinciale di Confcommercio. “Le sue capacità artigianali hanno rappresentato un’eccellenza”, sottolinea il direttore generale Davide Urban.
“Perdonati, figura essenziale del mondo della ristorazione ferrarese e ammirato imprenditore locale. Leggendario era il suo aneddoto, che amava raccontare: quando era piccolo, con il padre, riuscì a salvare il lievito madre custodito nel forno di famiglia a Salvatonica, dopo un bombardamento. Questa storia racconta tutta la passione e la dedizione di un’intera famiglia nei confronti di un mestiere tramandato di padre in figlio, che continua a vivere ancora oggi ed è punto fisso di Ferrara. Romano era il pane a Ferrara, era il simbolo dell’imprenditoria di questa città. Porgo le condoglianze alla famiglia”, le parole del sindaco Alan Fabbri. Due le figlie, Emanuela e Raffaella. “Mio padre? Innamorato del suo lavoro”, parole spezzate dalle lacrime, tra gli scaffali fragranza di pane, profumo di una vita.