Argenta piange Giacinto Rossetti, 76 anni, morto all’ospedale di Cona dove era ricoverato da giorni per l’improvviso aggravarsi delle condizioni di salute. "Era una persona geniale, capace di realizzare un sogno – è il ricordo del sindaco Andrea Baldini –, quel sogno meraviglioso che si è si rivelato il Trigabolo. Un pioniere e avanguardista nel mondo della gastronomia. Ha creato per tanti un’opportunità unica, ha fatto crescere professionalmente personaggi che poi si sono fatti strada nella vita". Tra i primi ieri a rendere omaggio a Rossetti è stato Igles Corelli, chef e popolare volto televisivo: "L’anima del Trigabolo è volata in cielo. Ciao Giacinto", ha scritto sui social. Nel giugno del 2023 era stata posata una targa sull’edificio che in centro ad Argenta ospitava il ristorante, per ricordare l’apertura del Trigabolo, oltre a un convegno ospitato ai Cappuccini. Alla cerimonia erano presenti, oltre a Giacinto Rossetti, anche Igles Corelli, Mauro Gualandi e Marcello Leoni. Per ricordare il leggendario ristorante è stato terminato da poco un docufilm che narra l’epopea del locale, con la testimonianza della brigata del locale argentano: Igles Corelli, Bruno Barbieri, Mauro Gualandi, Marcello Leoni, Italo Bassi, Piero Di Diego, Flavio Errani. Ma anche la testimonianza di Giacinto Rossetti che, assieme a Gigino Basigli, fondò il ristorante, affidando la guida della cucina a un giovanissimo e intraprendente Corelli.
Una esperienza culinaria ma anche culturale, che ha portato con aggiornata sensibilità una tradizione anche di prodotti dimenticati, con grande attenzione al territorio e alla cacciagione di valle. "Ho cominciato a lavorare per mio padre appena uscita dalla scuola, avevo solo 14 anni – ricorda Elisa, la figlia – ero una specie di jolly al Trigabolo. Mi ha trasmesso la passione per la cucina, che poi ho trasmesso a mia figlia. Era un uomo geniale". Al Trigabolo, aggiunge subito, "era il manager. Cucinavano altri, soprattutto Bruno Barbieri, Marcello Leoni e Mauro Gualandi. Igles Corelli, invece, era un esteta della cucina e uno sperimentatore, i suoi piatti erano anche bellissimi da vedere. Ciò non toglie che mio padre fosse un grandissimo cuoco e intenditore di vini; è stato cuoco personale di Marco Galliani, un industriale bolognese con il quale ha girato il mondo. A partire dal 1992, l’anno del fallimento, ognuno è andato per la propria strada".
Poi gli anni che passano e sopraggiunge il decadimento fisico, malinconico. "Papà era stato ricoverato all’ospedale di Copparo nel mese di settembre, a seguito di un infarto. Ha sempre rifiutato, con caparbietà, di sottoporsi a interventi di angioplastica. Nell’ultimo periodo la situazione si è aggravata, una gravissima infezione gli ha dato il colpo di grazia. Da qualche giorno era ricoverato all’ospedale di Cona, dove è morto martedì notte". Per espressa volontà di Giacinto Rossetti non ci sarà il funerale. "Venerdì ad Argenta ci sarà la camera ardente fino alle 14.30. Per chi vorrà portare un fiore – conclude commossa la figlia – ci sarà una bara chiusa e una foto, oltre a una cassetta per eventuali offerte. Spero non venga trasmesso il documentario, non è il momento delle celebrazioni, ma del lutto". Elisa non si aspetta l’ultimo saluto da quegli ex allievi diventati oggi star televisive. "Sapevano tutti – chiude con rammarico – che mio padre stava male e salvo poche eccezioni nessuno si è fatto vivo a chiedere come stava". Qualche anno fa Rossetti aveva abbozzato un progetto per una nuova avventura con Simone Finetti, il giovanissimo cuoco di Consandolo che si era fatto notare a Master Chef e che aveva portato un dolce Made in Trigabolo.
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