DAMIANO
Cronaca

Addio al luogo dell’abbandono. Ora alloggi, bistrot e orti didattici. Così rinasce la Casa dell’ortolano

Il primo cittadino: "Operazione che tutela il nostro passato, presto il bando per la gestione". Investimento di 3 milioni di euro, la struttura diventerà così un punto di riferimento per i turisti.

Il primo cittadino: "Operazione che tutela il nostro passato, presto il bando per la gestione". Investimento di 3 milioni di euro, la struttura diventerà così un punto di riferimento per i turisti.

Il primo cittadino: "Operazione che tutela il nostro passato, presto il bando per la gestione". Investimento di 3 milioni di euro, la struttura diventerà così un punto di riferimento per i turisti.

MoscardiUn investimento di tre milioni di euro per restituire alla città un pezzo della sua storia. Il recupero del complesso colonico di Ferrara è ora realtà e si prepara a diventare un nuovo punto di riferimento per cittadini e turisti. Ieri, in una conferenza molto partecipata, il sindaco Alan Fabbri ha presentato ufficialmente il progetto di riqualificazione de "La casa dell’Ortolano", che darà nuova vita a uno spazio a lungo abbandonato, trasformandolo in una struttura ricettiva e di aggregazione.

Sono state aperte le porte ai visitatori. Che hanno girato liberamente e partecipato alle visite guidate a cura dei tecnici del Servizio Beni Monumentali, in modo da vedere in prima persona il risultato della ristrutturazione. "Si tratta di un intervento che ha richiesto due anni di lavoro e un importante impegno economico, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: abbiamo recuperato un immobile in stato di degrado mantenendone l’identità originale", ha dichiarato il sindaco Fabbri. "L’obiettivo ora è renderlo un luogo vivo, aperto alla città e ai visitatori, con un bando per la gestione che sarà pubblicato a breve". Il complesso, lungo le mura di Ferrara, si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione dell’area, che negli ultimi anni ha visto il restauro di numerosi tratti delle storiche mura cittadine.

La struttura comprenderà quattro unità abitative, due delle quali in formula duplex con angolo cottura, pensate per soggiorni prolungati, mentre le altre due saranno destinate a pernottamenti di breve durata. Sarà presente una sala ristorante con cinquanta coperti, un bistrot e una corte esterna attrezzata per eventi e attività culturali. Il progetto prevede anche spazi dedicati ai bambini, con aree gioco e un orto didattico, per mantenere viva la memoria della tradizione agricola locale. "Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con la Soprintendenza per garantire che il restauro rispettasse l’identità storica del luogo", ha spiegato Natasha Frasson, dirigente del Servizio Beni Monumentali. "Il vecchio fienile è stato trasformato in un bistrot, mentre la casa colonica ospiterà quattro alloggi pensati anche per cicloturisti".

L’intero progetto ha seguito criteri di sostenibilità ambientale, con il riutilizzo di materiali originali recuperati dalle parti crollate, la scelta di isolanti in canapa per garantire un comfort termico ottimale e un sistema di raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi circostanti. Come hanno spiegato gli architetti responsabili del progetto architettonico Federica Tartari e Raffaela Vitale, un ruolo chiave è stato affidato anche alla riqualificazione del paesaggio circostante. Lungo la ciclabile, è stata creata una quinta con la vite maritata, una tecnica tradizionale in cui le viti si intrecciano con alberi come noci o salici. Così come nel retro della stalla è stato realizzato un orto circondato da piante aromatiche come rosmarino e salvia. L’Aia centrale è stata ripensata come luogo di aggregazione, con pavimentazione permeabile in terra stabilizzata, per garantire rispetto del suolo e sostenibilità. Durante la conferenza, il sindaco ha sottolineato l’importanza di una gestione dinamica della struttura: "Ci auguriamo la partecipazione di realtà imprenditoriali locali per rendere questo spazio un punto di riferimento per cittadini e turisti".