CRISTINA RUFINI
Cronaca

Abusi sessuali su minore. Il racconto di un detenuto:: "In cella mi ha chiesto di testimoniare a favore"

Al processo contro un trentenne accusato di violenza e ricatti ha deposto un uomo che era stato in carcere con lui: "Spiegando l’episodio, ha ammesso ’ Sicuramente gli sarà pure piaciuto a quel f.....’".

Al processo contro un trentenne accusato di violenza e ricatti ha deposto un uomo che era stato in carcere con lui: "Spiegando l’episodio, ha ammesso ’ Sicuramente gli sarà pure piaciuto a quel f.....’".

Al processo contro un trentenne accusato di violenza e ricatti ha deposto un uomo che era stato in carcere con lui: "Spiegando l’episodio, ha ammesso ’ Sicuramente gli sarà pure piaciuto a quel f.....’".

"Una ventina di giorni dopo che eravamo nella stessa cella, mi ha chiesto di testimoniare a suo favore, nel processo che lo vede imputato per violenza sessuale". L’udienza di ieri del processo che vede alla sbarra un trentenne per violenza sessuale su un minorenne, si è incentrata tutta sul racconto di un ex compagno di cella dell’imputato. "Abbiamo condiviso tre mesi – ha raccontato – da aprile a giugno scorsi nel carcere di Belluno. Ho all’inizio detto che lo avrei aiutato ma gli ho chiesto di raccontarmi dettagli, altrimenti non avrei potuto farlo". Dettagli che poi il detenuto, per "senso di giustizia e per alcuni comportamenti ricevuti" ha invece ieri utilizzato contro di lui. Frammenti di che cosa sarebbe accaduto ben otto anni e mezzo fa, a gennaio 2016, quando la vittima delle presunte violenze, aveva sedici anni e aveva cercato e ottenuto sulla nota piattaforma Blablacar, un passagio per raggiungere un locale. E secondo la sua denuncia sarebbe finito nelle grinfie dell’imputato che una volta caricato in auto l’avrebbe violentato, per poi continuare a ricattarlo facendosi inviare filmati hard. Fino a quando il giovane (assistito dall’avvocato Emiliano Mancino) diventato maggiorenne non ha deciso di sporgere denuncia e raccontare la spirale vissuta da quel maledetto viaggio. "L’imputato mi ha spiegato - ha proseguito il compagno di cella – del rapporto sessuale e ha aggiunto ’A quel f..... sicuramente è pure piaciuto’. E poi continuava a chiedere se una volta cancellato un account si riesce a risalire a chi lo ha attivato, benché mi abbia sempre detto di non essere mai stato su Blablacar". Gli avvocati difensori dell’imputato hanno poi tirato fuori la questione di presunti pagamenti fatti dalla madre del trentenne sul conto corrente del padre del testimone. "Per spese sostenute da mio padre – ha liquidato la questione – per istanze che l’imputato mi aveva chiesto di fare. Poco più di mille euro". Il testimone nel corso del suo racconto ha anche fatto emergere un altro spaccato che secondo lui coinvolgerebbe l’imputato con un altro uomo veneto: entrambi avrebbero utilizzato social, tipo Messanger, per adescare minori con promesse di ricariche e qualche regalia per poi abusarne sessualmente. Situazione che se accertate saranno materia per indagini nel Bellunese. Il legame con questo caso secondo il teste sarebbe che "probabilmente, per mia deduzione" quella sera di gennaio del 2016 l’imputato aveva prelevato il giovane insieme al presunto adescatore di minori, con l’auto di quest’ultimo. Ma si tratta di una presunzione. Si torna in aula il 16 ottobre, nella speranza di ottenere ulteriori accertamenti sul contatto tramite Blablacar.