FERRARA
E’ accusato di violenza sessuale per aver palpeggiato una giovane donna in un parcheggio. Approfittando del buio. E’ accaduto una sera di ottobre del 2020. Secondo l’accusa della vittima, lui l’avrebbe notata mentre stava andando verso la sua auto. L’ha seguita e una volta raggiunta l’ha presa di sorpresa da dietro, le ha bloccato le mani e l’ha spinta contro l’auto. A quel punto, avendola immobilizzata, ha iniziato a palpeggiarla anche nelle parti intime. Cercando probabilmente un rapporto sessuale.
La vittima però è riuscita a divincolarsi. Poi lui, forse messo in fuga dall’arrivo di altre persone, ha desistito. Questo il racconto della quarantenne che vive in un comune della provincia – così come il suo presunto aggressore, di un anno più grande – ha fatto ai carabinieri. Da questa denuncia sono scattate le indagini dei militari dell’Arma per risalire a quell’uomo che si aggirava nel parcheggio in attesa della sua vittima. A lui i carabinieri arrivano dopo la visione di alcune telecamere di videosorveglianza che si trovano poco distanti dal luogo dove si sarebbe consumata l’aggressione. Immagini che mostrano due persone, il presunto aggressore e la sua vittima.
A dare un nome e cognome ci pensa un militare che riconosce in quell’uomo l’attuale imputato di violenza sessuale. Da qui, poi, si arriva al riconoscimento fotografico fatto dalla quarantenne. La foto del presunto violentatore le viene mostrata insieme ad altre e lui viene individuato con una percentuale di certezza del sessanta%, almeno secondo quanto risulterebbe dagli atti dell’inchiesta portata avanti dalla Procura della Repubblica di Ferrara.
Ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare, l’imputato – che ha sempre negato di essere lui il responsabile di quell’aggressione – assistito dal suo avvocato Valentina Bordonaro, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. A quel punto il giudice Giacomelli ha fissato l’udienza per la discussione a tra poco meno di un mese. In quell’occasione la difesa proverà a smontare le accuse che sono mosse nei confronti del quarantenne. E potrebbero esserci dei colpi di scena.
Il riconoscimento non del tutto sicuro, considerando che la vittima lo ha individuato con la percentuale di sicurezza del sessanta per cento lascerebbe qualche margine di ’manovra’ per la difesa del presunto violentatore. Sarà il giudice Giacomelli, all’inizio di giugno, a decidere se quel sessanta è sufficiente per condannare l’imputato. Se cioè il riconoscimento certo del militare dell’Arma, che probabilmente conosceva già il quarantunenne, è più che sufficiente per emettere una sentenza di donna. La vittima non si è costituita parte civile nel procedimento.
Cristina Rufini