Ferrara, 22 giugno 2024 - Carla, John e Lina. Sono loro i protagonisti di una di quelle storie che toccano l’anima nel profondo. Che vanno a suonare corde come solidarietà, aiuto disinteressato e coraggioso, amore filiale e riconoscenza. Rare, ma esistono. Storie che il tempo, e stiamo parlando di 80 anni quasi, non ha scalfito ma rafforzato. Una storia di amore, come l’ha definita proprio Lina Volpi, 61 anni, che giovedì scorso a Dublino ha incontrato John Allman Hemingway, 104 anni, conosciuto come Paddy, il pilota della Raf che la madre di Lina, Carla Fabbri, 79 anni fa aiutò a fuggire dai tedeschi che gli stavano dando la caccia.
"Torno a casa – ci ha raccontato Lina a caldo – con un carico pieno di amore. Sono letteralmente travolta dalle emozioni che ho provato incontrandolo". Lei che ha sempre definito questa storia come "l’eredità più importante che mi ha lasciato mia madre". Sua mamma Carla, riservata, ma coraggiosa, che a 9 anni – era l’aprile del 1945 – prese per mano Paddy, dopo che il militare era stato rifocillato nella casa dove lei e i genitori vivevano, nelle campagne del Copparese, in provincia di Ferrara, e lo condusse lungo la strada per la salvezza, in fuga dai tedeschi.
Lina è arrivata a Dublino il giorno prima, mercoledì scorso, accompagnata dalla figlia Lidia Mastellari, che ha fatto il reportage fotografico. Una notte di grande emozione e curiosità, poi giovedì pomeriggio l’incontro prima con Brian, il figlio del pilota e poi con lui: Paddy. "L’ho trovato lucidissimo e molto paziente. Abbiamo parlato di mamma", aggiunge Lina che gli ha consegnato un quadretto con alcuni piccoli resti dello Spitfire che nel 1945 Hemingway pilotava e che precipitò vicino Coccanile, in provincia di Ferrara, che gli ha donato l’associazione Archeologi dell’Aria.
"Quando lo ha visto gli si sono illuminati gli occhi. Mentre io quando gli ho stretto la mano – aggiunge – ho subito pensato che la stessa mano 79 anni prima aveva stretto quella di mia mamma e in quel momento l’ho sentita molto vicina. Un’emozione che è davvero difficile raccontare". Il pilota poi le ha mostrato tutte le medaglie delle sue campagne di guerra. "E mi ha detto – riprende Lina – che quella italiana è stata la più bella, che l’ha messo in contatto con un popolo forte e generoso".
L’appello. La richiesta di aiuto di Hemingway fu raccolta in Italia dal giornalista de Il Messaggero Paolo Ricci Bitti e poi diffusa nella rete fino a raggiungere Copparo e la famiglia di quella bambina coraggiosa, a dicembre dello scorso anno. "Ho sentito questo appello, ero in poltrona, insieme a mio marito, gli ho detto subito – raccontò qualche mese fa Lina –. Era mia mamma, non credo sia possibile che esista un’altra storia simile nello stesso territorio e nello stesso giorno".
Ma voleva certezze Lina. "Anche perché all’inizio ero venuta a sapere che stavano cercando una ragazza ferrarese. Poteva trattarsi di un’altra vicenda simile, ma quando mi è stato precisato che l’abbattimento dell’aereo era avvenuto a Coccanile, a quel punto non ho più avuto dubbi: era lei". Grazie all’aiuto dell’associazione Archeologi dell’Aria, Lina ha messo insieme i pezzi del puzzle. "Mia mamma era solita raccontare a me e mia sorella, quando eravamo piccole come se fosse una fiaba, la storia degli aerei Pippo, la grande paura di quei giorni, ma anche di quel pilota straniero che era arrivato in casa loro in cerca di aiuto, che era stato rifocillato e aiutato a fuggire.
Poi le memorie di mia mamma si interrompon o. Con il trascorrere degli anni non ne ha più parlato". Ma la sensazione avuta fin da subito che quella piccola così coraggiosa fosse sua madre, si è poi concretizzata. E la sua disponibilità così spassionata a incontrare quell’anziano pilota ha fatto sì che seppur dopo più di sei mesi, il sogno di Paddy e in fondo anche quello di Lina sia stato esaudito.