FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

A nuoto nello stretto di Messina: "La mia danza tra Scilla e Cariddi"

Simonetta Renga, docente di Diritto del lavoro Unife, racconta la sua traversata per uno scopo benefico "Un’esperienza che non dimenticherò mai". L’impresa organizzata dall’associazione ‘Abbracciamoli’.

Simonetta Renga, docente di Diritto del lavoro Unife, racconta la sua traversata per uno scopo benefico "Un’esperienza che non dimenticherò mai". L’impresa organizzata dall’associazione ‘Abbracciamoli’.

Simonetta Renga, docente di Diritto del lavoro Unife, racconta la sua traversata per uno scopo benefico "Un’esperienza che non dimenticherò mai". L’impresa organizzata dall’associazione ‘Abbracciamoli’.

"La mia danza con il mare, tra Scilla e Cariddi". Un’anima, due vite (nuoto e diritto, sport e studio, sport e insegnamento, Perugia e Ferrara…) e la capacità di unire queste due vite grazie a un’incessante ricerca di nuove sfide personali, l’ultima delle quali è servita, prima di tutto, a scopi benefici. La protagonista della storia che segue è Simonetta Renga, docente di Diritto del lavoro e Diritto della sicurezza sociale, nonché direttrice, dal 2010 al 2018, del dipartimento di Economia e Management di Unife. Classe 1960, nuotatrice sin da giovane, lo scorso giovedì, Renga ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina. "Il mio orologio, alla fine della traversata, segnava una distanza di 3 chilometri e 300 metri". Una traversata tra onde e forti correnti, possibile solo con una preparazione specifica e con un’adeguata organizzazione, di cui si è occupata la onlus ‘Abbracciamoli’, associazione no-profit che lega lo sport alla cura della leucemia infantile. La docente e altri ventinove nuotatori da tutta Italia hanno pagato una quota alla onlus, che si è poi occupata dei vari aspetti essenziali: "Non ti lasciano solo nel mare aperto – spiega Renga –. Gruppi di tre concorrenti hanno a disposizione una barca appoggio, il medico, due ambulanze, i cronometristi del gruppo ufficiale gara, un bagnino…". Insomma, perfetto il lato organizzativo, ma imprese sportive del genere necessitano di preparazione fisica e mentale, lunghi allenamenti e tanta esperienza. Simonetta Renga ha iniziato a nuotare quando era una bambina, nella sua Perugia.

Da allora, si può dire che non abbia mai smesso: due secondi posti ai campionati italiani, diversi record regionali umbri… poi, come spesso accade ai giovani sportivi, Renga si è trovata a un bivio: continuare a nuotare o dedicarsi allo studio. Lo studio ha prevalso. Tra studenti, lezioni, pubblicazioni il nuoto, negli anni, era diventato un semplice passatempo. Questo, fino a che, lo scorso anno, non ha ritrovato su Facebook il suo allenatore di Perugia, Pierluca Maiorfi. "Ci siamo sentiti: mi ha chiesto se volessi ricominciare a nuotare sul serio. Ho risposto di sì". Grazie al cardiologo, Roberto Accardi, al nutrizionista Riccardo Borgacci, al sostegno della famiglia e dei tanti allievi, Simonetta Renga è tornata in pista. O, meglio, in acqua. E in gara: è arrivata settima ai campionati italiani di Riccione, il mese scorso. Ha vinto altre gare, ma non basta. L’obiettivo è lo Stretto: dalla Sicilia, dalla spiaggia del Pilone di Torre Faro, fino alla Calabria, cercando di sfruttare le forti correnti. "Quando parti vedi tutto: il fondale, i pesci, piccole meduse… poi, arrivi al profondo blu, al mare aperto, dove non vedi che acqua e raggi solari. In quel momento, ti rendi conto che non stai nuotando, ma danzando, al ritmo di bracciate regolari: un’esperienza che non dimenticherò mai".