Ferrara, 18 febbraio 2019 - Ci sono note stonate, accanto alle inevitabili strumentalizzazioni politiche che ieri si sono scatenate sul raid dei nigeriani in zona Gad. Note stonate che rimandano ad alcuni fatti. Come quando una parte della sinistra, quella «dei ponti e delle altalene», sbeffeggiava i residenti che segnalavano spaccio e risse. O come quando veniva risposto «no, non militarizziamo il Gad» a chi chiedeva l’esercito. Un esercito che per fortuna è arrivato. E che, dall’autunno del 2017, rappresenta un importantissimo presidio di sicurezza e un insostituibile supporto alle forze dell’ordine, come ha confermato il questore Pallini. Merito - va detto a onor di verità - del ministro Pd Marco Minniti, quello che la sinistra aveva accusato di essere «di destra».
Ma che se fosse stato per i piddini ferraresi non sarebbe mai arrivato. Senza scomodare le «percezioni soggettive» (non ce ne voglia l’assessore Sapigni ma quella dichiarazione rivelò tutto un mondo e segnò l’inizio della crisi di consensi e il distacco da una realtà che, in Gad, andava drammaticamente configurandosi), basterebbe ricordare la freddezza con cui l’establishment dem accolse la notizia dell’arrivo dei militari... mentre i ferraresi tiravano un sospiro di sollievo. Tra le note stonate anche quella del segretario provinciale Pd, che fa la polemicuccia da quartierino contro il direttore di una associazione di categoria, sapendo bene che la responsabilità di garantire la sicurezza è sì di prefetto e questore - il sindaco non è uno sceriffo e non ne ha i poteri - ma che quella politica è di chi, per anni, ha fatto spallucce. Cioè del Pd ferrarese. E la Lega? Ha strumentalizzato e strumentalizza. Altra nota stonata, anche se fa parte del gioco elettorale. Ma ora farebbe bene a fare pressioni sul ministro dell’Interno Salvini affinchè la sua annunciata visita a Ferrara non si risolvesse in uno spot elettorale. La città non ha bisogno di slogan ma di fatti concreti. Come un rafforzamento del personale di polizia.