Fermo, 14 giugno 2015 - Paolo Calcinaro (foto) è il nuovo sindaco di Fermo. L’avvocato, espressione del mondo civico cittadino, ha dominato il ballottaggio contro Pasquale Zacheo, arrivando ad ottenere 10.067 voti, pari al 69,92% contro i 4.330 del rivale (30,08).
Fin dalle prime schede scrutinate si è capito che la metà dei fermani tornata alle urne (affluenza del 48,19%) si era espressa in maniera chiara a favore di Calcinaro, che ha subito acquisito un vantaggio di 3 voti a uno, mantenuto fino al termine dello spoglio nelle 37 sezioni, che lo ha portato quasi al 70% dei consensi. Dai quattromila voti di quindici giorni fa agli oltre 10mila del ballottaggio. Pasquale Zacheo, invece, è sceso - anche se di poco - rispetto al primo turno, fermandosi a 4.330 voti, trecento in meno del 31 maggio (4.619).
Il capitano ha capito l’aria che tirava quando i numeri mostravano che lui perdeva anche nelle sezioni in cui al primo turno aveva sovravanzato il rivale, che invece ingigantiva i voti anche nelle sue roccaforti. Se quindici giorni prima, infatti, Calcinaro era stato premiato soprattutto nel centro, stavolta ha anche doppiato l’avversario a Campiglione, Salvano e Capodarco. A Marina Palmense e Torre di Palme era più scontato il dominio, visto che il candidato sindaco locale, Mauro Torresi, aveva dato l’indicazione di voto per Calcinaro. Più ristretto il vantaggio del nuovo sindaco a Lido e Tre Archi, dove però il recupero è stato ugualmente consistente, visto che al primo turno era finito dietro a Zacheo.
Calcinaro, dunque, ha fatto sostanzialemente l’en plein, visto che la vittoria gli è sfuggita solo del seggio speciale dell’ospedale, dove è finita 9 a 8 per l’antagonista. Una piuma storta nella coperta di consensi che lo ha ricoperto e che completa la sua esplosione politica. Già il più votato consigliere comunale nella precedente legislatura, successo che gli valse subito la carica di vice sindaco, ha continuato a far presa sulla città quando è stato ‘licenziato’ dalla Brambatti. Pochi mesi dopo se n’era andato anche il suo successore, Francesco Trasatti di Sel, in disaccordo con il primo cittadino e il suo partito.
Calcinaro e Trasatti fin da allora gridarono che i fermani meritavano una maggioranza migliore e una nuova politica. Poco dopo, in effetti, la Giunta Brambatti è stata sfiduciata, la legislatura è finita in anticipo e Calcinaro e Trasatti per primi hanno iniziato la campagna elettorale, pigiando proprio sui tasti del taglio con il passato, della partecipazione popolare e di un nuovo modo di fare politica. Il loro messaggio era passato già al primo turno ed ha convinto la città in questi quindici giorni che ha preceduto il ballottaggio.