VITTORIO BELLAGAMBA
Economia

Le voci dal Micam: "Qualità elevata, ma bisogna offrire prezzi contenuti"

Silenzi: "Da luogo di vendita la fiera è diventata piattaforma di proposte. La maggior parte dei clienti viene per osservare le collezioni e fissare i prezzi"

Micam, a sinistra Giovanni Fabiani, a destra Paolo Silenzi

Micam, a sinistra Giovanni Fabiani, a destra Paolo Silenzi

Fermo, 18 settembre 2024 – Il calo delle esportazioni nel settore calzaturiero è stato particolarmente rilevante in provincia di Fermo. Analizzando i dati contenuti nell’ultimo report realizzato dal Centro Studi Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, emerge che a fronte di un ammontare di esportazioni registrate nel primo semestre del 2023 pari a 356,20 milioni di euro nello stesso periodo del 2024 il valore complessivo delle vendite oltreconfine ha raggiunto i 333,05 milioni con una flessione pari a -6,5%. Le esportazioni di calzature della provincia di Fermo incidono pesantemente sul valore complessivo regionale. Infatti la quota fermana supera la metà del valore regionale.

Nelle Marche, infatti, si è passati dai 711,31 milioni di euro del primo semestre dello scorso anno ai 658,88 milioni di euro di quest’anno con un decremento che in termini percentuali è stato pari a -7,4%. Anche sul fronte dei consumi interni i dati non sono positivi: nei primi 6 mesi gli acquisti delle famiglie italiane sono scesi sia in volume che in spesa. Analizzando la tipologia di calzature, i cali più marcati hanno interessato principalmente le scarpe da uomo, mentre quelle per donna e per bambini/ragazzi evidenziano riduzioni più contenute, sia nelle paia che in valore. Le "sportive e sneakers" mostrano le contrazioni meno pesanti. Se gli acquisti delle famiglie mostrano un’evoluzione poco premiante, buone notizie provengono invece nuovamente dallo shopping degli stranieri in visita in Italia, grazie all’aumento di arrivi e presenze dei turisti stranieri nel Belpaese, dopo la crescita sostenuta del 2023. Molti operatori confidavano nel Micam per registrare un’inversione di tendenza.

Invece, il Micam si è concluso ieri evidenziando luce ed ombre. Paolo Silenzi imprenditore calzaturiero nonché presidente regionale della Cna ha fotografato così l’evoluzione che ha avuto il Micam negli ultimi anni: "Il Micam da luogo di vendita è diventata una piattaforma di proposte di vendita. La maggior parte dei clienti viene in fiera per osservare le nuove collezioni e fissare i prezzi per poi provvedere a inoltrare gli ordini in una fase successiva". I compratori stranieri hanno partecipato al Micam? "Certamente, il Micam comunque rimane la fiera calzaturiera più importante al mondo. Nel mio stand ho ricevuto la visita di buyers orientali e soprattutto giapponesi che è il Paese con il quale già da qualche anno ho avviato un proficuo rapporto commerciale. Se devo tracciare un bilancio complessivo della fiera posso dire che la rassegna per me è andata bene i clienti, soprattutto quelli più fidelizzati, sono venuti ed hanno sottoscritto i contratti". L’edizione del Micam che si è conclusa ieri ha fornito indicazioni importanti per quanto riguarda la formulazione dei prezzi. Le modalità di acquisto dei consumatori sono cambiate e quindi i calzaturifici del fermano sono impegnati a rivedere i modelli per continuare a offrire prodotti di standard qualitativi più eleva ti, ma a prezzi più contenuti.

"Il nostro obiettivo – ci ha detto Giovanni Fabiani – è quello di studiare un prodotto che non superi i 300 euro. Inoltre dobbiamo tornare a produrre all’interno dei nostri stabilimenti con l’obiettivo di tutelare e conservare i posti di lavoro ai nostri dipendenti".

Vittorio Bellagamba