ANGELICA MALVATANI
Cronaca

Dopo la visita al pronto soccorso medico va a casa della paziente. “Così ha salvato nostra figlia”

Francesco Bernetti Evangelista, chirurgo in pensione che lavora per la cooperativa di supporto al pronto soccorso, aveva il sospetto di una infiammazione al midollo trascurata durante la visita e il giorno dopo ha bussato alla porta

Francesco Bernetti Evangelista

Francesco Bernetti Evangelista

Fermo, 13 marzo 2024 – Ci sono medici che sanno fare la differenza, sciolgono nodi e sono portatori di umanità e di talento. E sono storie che meritano di essere raccontate, per portare gratitudine, per condividere qualcosa di grande. Sentono il bisogno di raccontare la loro storia Catiuscia Gasparroni e Marco Moreschini, per fortuna finita bene e grazie proprio ad una serie di medici speciali: "Tutto è cominciato con una febbre molto strana per mia figlia, 15 anni, diceva di non sentire più le gambe. Ci siamo spaventati, l’abbiamo portata al pronto soccorso e in un primo momento è stata diagnosticata una brutta influenza. La febbre però non passava, siamo usciti dall’ospedale alle 3 del mattino e volevamo andare al Salesi la mattina dopo. Ma proprio la mattina dopo abbiamo avuto una sorpresa immensa che ha cambiato il corso di questa storia: alle sette del mattino, il medico che aveva visitato mia figlia si è presentato a casa, diceva di non essere sereno, di voler approfondire la sua situazione, aveva il sospetto di una infiammazione che se fosse stata trascurata avrebbe potuto avere esiti imprevedibili".

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Quel medico si chiama Francesco Bernetti Evangelista, è un chirurgo in pensione che lavora per la cooperativa di supporto al pronto soccorso sempre in affanno di medici: "Siamo rimasti esterrefatti mente il dottor Bernetti ci chiedeva scusa per l’intrusione ma raccomandava di riportare la ragazza all’ospedale e di affidarla alla neurologia. Questo primo passaggio ci ha veramente salvati, il resto lo hanno fatto a neurologia del Murri".

Il reparto diretto dal neurologo Patrizio Cardinali ha fatto il resto, in tempi rapidissimi hanno trovato un posto letto, cosa non facile visto che neurologia ha pochissimo spazio, hanno individuato il problema in una infiammazione al midollo e hanno proceduto con una cura, pesante ma in grado di rimettere in piedi una giovane bellissima, coraggiosa e piena di vita: "Abbiamo avuto l’assistenza di tutto il personale, con amore e attenzione. Non ci siamo mai sentiti soli, anche nel tempo più difficile e spaventoso della nostra vita. Cardinali dirige il suo reparto con competenza immensa e un’umiltà che emoziona, i suoi collaboratori lo seguono con pari dedizione, oggi che siamo finalmente fuori da questa situazione dobbiamo dire grazie a tutti, ci hanno curato come medici ma soprattutto come persone, col cuore, con umanità. Sentire il campanello suonare e un medico venirti a dire a casa che non era tranquillo, che non poteva andare a casa senza trovare una strada è qualcosa che ti riconcilia col mondo, che ti fa capire che davvero possiamo sperare nella solidarietà e nell’attenzione verso gli altri".