Fermo, 23 novembre 2024 – Avrebbe abusato sessualmente della figlia fin da quando aveva 12 anni, ma alla fine questo scempio, grazie al coraggio della ragazzina, nel frattempo diventata maggiorenne, ha avuto fine. I carabinieri, al termine di una delicatissima indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Fermo, hanno infatti arrestato il padre. In manette, a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Fermo, Maria Grazia Leopardi, è finito un 50enne del Fermano accusato di violenza sessuale plurima su minore, aggravata dal grado di parentela.
La storia è una di quelle che non si vorrebbero mai raccontare ed è andata avanti per ben sei anni, fino a quando, appena diventata maggiorenne, la giovane vittima ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri. Sono emerse cosi innumerevoli violenze sessuali consumate dal padre tra le mure domestiche e senza che nessuno si accorgesse di nulla. Solo quel terribile segreto, quel terribile incubo che l’allora adolescente, ha tenuto dentro di sé in silenzio, ma con una sofferenza che si può solo immaginare. Non si contano gli abusi sessuali che la ragazzina, oggi 18enne, ha dovuto subire senza dire mai una parola, senza mai potersi sfogare. Poi la decisione di denunciare quegli orrori ai militari dell’Arma. Una decisione sofferta e dettata dalla disperazione. Quindi le indagini a ritmi serrati anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali. Indagini che sono culminate con l’arresto dell’altro ieri e la decisione di emettere una misura cautelare in carcere per evitare la reiterazione dell’inquietante reato. L’uomo, difeso dagli avvocati Nazzario Agostini e Luca Sebastiani, è stato sottoposto ieri mattina all’interrogatorio di garanzia proprio davanti al gip Leopardi ed ha risposto a tutte le domande poste dai magistrati inquirenti.
All’uscita dall’aula l’avvocato Agostini non ha voluto rilasciare dichiarazioni sui fatti specifici e su quanto asserito dal suo assistito: “Al momento il caso è ancora coperto dal segreto istruttorio e non possiamo fornire notizie su quanto accaduto. Abbiamo avanzato la richiesta degli arresti domiciliari, ma per ora è stata respinta. Per il resto posso solo aggiungere che abbiamo fiducia nella giustizia, negli inquirenti e nel gip Leopardi, un magistrato preparato per il quale nutro grande stima”. Dunque il padre orco resta in carcere, dove avrà tempo per riflettere ed immaginare come possa aver massacrato la vita della figlia in questi ultimi sei anni.