FABIO CASTORI
Cronaca

Una relazione incubo. Gelosia, pedinamenti e poi anche le botte. Stalker condannato

Il dramma della vittima era venuto a galla quando un’amica aveva visto i segni fisici delle percosse e la ragazza si era confidata . Ma nonostante tutto non aveva avuto la forza di denunciare.

Ad avvertire i poliziotti erano stati i vicini di casa

Ad avvertire i poliziotti erano stati i vicini di casa

La voglia di ricominciare una nuova vita di coppia dopo alcune precedenti esperienze che avevano lasciato l’amaro in bocca. Il desiderio di trovare un partner che potesse condividere i momenti di spensieratezza di una 25enne con un lavoro stabile ma senza la stabilità di un affetto. E quel 30enne italiano, ma di origini tunisine, con cui la ragazza era convinta di aver trovato finalmente l’anima gemella e con il quale era andata a convivere per cominciare a costruire il tanto agognato futuro. Ma dopo i primi mesi di illusione anche quei sogni si erano infranti. Prima la folle gelosia, poi i pedinamenti, qualche schiaffo, anche calci fino ad arrivare a colpirla con pugni su varie parti del corpo quando la giovane aveva tentato di difendersi dalla furia insensata di lui.

E’ finito sotto processo per stalking e maltrattamenti il giovane elpidiense, ex compagno della 25enne. Il persecutore della ragazza, al termine della requisitoria, è stato condannato a due anni e otto mesi per il reato di stalking. Il dramma della vittima era venuto a galla quando, un’amica aveva visto i segni fisici delle percosse, e la ragazza si era confidata, raccontando ciò che le stava capitando. La giovane, però, non aveva avuto il coraggio di denunciare la lunga serie di maltrattamenti, che in alcuni casi l’avevano costretta a ricorrere alle cure dei sanitari, quindi lo avevano fatto i vicini che avevano allertato la polizia per segnalare i violenti litigi nascosti dalle mura domestiche. Ogni minimo elemento raccolto dagli agenti intervenuti era stato cristallizzato ed inserito in una banca dati creata a tutela di tutte le vittime di violenza di genere. Era bastato un secondo intervento per dare alla squadra mobile della questura gli elementi per attivare le indagini e ricostruire ogni accadimento.

E allora la vittima, con il personale specializzato della questura era riuscita finalmente a sentirsi libera di denunciare le vessazioni subìte e queste sue dichiarazioni si erano concretizzate con le indagini e la raccolta di ulteriori elementi testimoniali, che avevano incastrato definitivamente il 30enne di origini tunisine. Era così scattato il provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria del divieto di avvicinamento e di ogni forma di comunicazione del giovane con la ragazza, che nel frattempo si era trasferita, al sicuro, in un’altra zona.

Fabio Castori