FABIO CASTORI
Cronaca

Un incubo per gli anziani genitori, botte, minacce e richieste di soldi: finisce sotto processo per stalking

I dissidi erano iniziati per degli oggetti che la figlia 47enne voleva indietro, invece le erano stati restituiti

Una donna di 47 anni originaria di Petritoli è stata rinviata a giudizio e finirà sotto processo per rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking

Una donna di 47 anni originaria di Petritoli è stata rinviata a giudizio e finirà sotto processo per rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking

Fermo, 13 novembre 2024 – Prima le continue richieste di restituzione di alcuni oggetti, poi le pressanti pretese di somme di denaro, quindi le minacce e un vero e proprio blitz notturno a casa degli anziani genitori al chiaro scopo di aggredirli e intimidirli. La reazione dei due, con l’aiuto di uno dei figli, ha evitato conseguenze peggiori, anche se la paura e lo shock sono rimasti. Per questo motivo, a conclusione delle indagini, una donna di 47 anni originaria di Petritoli è stata rinviata a giudizio e finirà sotto processo per rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking.

Sul violento fatto, che si era consumato in un paesino della Valdaso che e che aveva visto come protagonista la donna aveva indagato la polizia di Fermo e, dopo aver reiterato i suoi comportamenti persecutori nei confronti del padre e la madre, la 47enne era stata colpita da un ammonimento del questore e susseguentemente era stata denunciata alla Procura della Repubblica. Sulla vicenda si era originata nella primavera del 2023, quando tra la 47enne e i genitori erano iniziati alcuni dissidi per motivi legati a degli oggetti di valore mai restituiti.

Secondo una prima ricostruzione era emerso che lei aveva lasciato in custodia il materiale in questione al padre e alla madre ma, alla richiesta di restituzione, si era sentita rispondere che lo avevano già consegnato al suo compagno. Cosa questa a cui la 47enne si era sempre rifiutata di credere, anche se poi è risultata vera. Da qui le continue telefonate per riavere indietro i suoi oggetti, telefonate che con il passare dei giorni erano diventate sempre più insistenti, fino a diventare minacciose. Dopo aver constatato personalmente che quegli oggetti non erano più in casa dei genitori, la donna aveva iniziato a chiedere somme di denaro per il risarcimento del danno subìto.

Somme mai corrisposte dal padre e dalla madre di lei, in quanto coscienti di aver restituito quel materiale. A quel punto le richieste si erano allargate anche all’altro figlio della coppia, che secondo la 47enne era stato complice della sparizione degli oggetti. Un’escalation di minacce che aveva finito per coinvolgere anche i conoscenti della famiglia, secondo la protagonista della vicenda, rei di essere d’accordo della scomparsa di quel materiale.

La situazione era degenerata ulteriormente quando la 47enne aveva cominciato a presentarsi quasi tutti i giorni a casa dei genitori, sempre più convinta di avere il diritto di farsi risarcire il maltolto. Poi il violento epilogo: la donna, che nel frattempo si era procurata la chiave di casa del padre e la madre, aveva deciso di mettere a segno un blitz notturno nell’abitazione dei suoi per farsi giustizia. Una volta dentro e messe a soqquadro tutte le stanze, aveva sorpreso i due anziani nel sonno, li aveva sbattuti giù dal letto e aveva iniziato a malmenarli. Le forti grida e le richieste di aiuto avevano attirato l’attenzione dell’altro figlio della coppia, che viveva al piano superiore, e il suo intervento era stato risolutivo per evitare il peggio. Era stato proprio il figlio a rivolgersi alla polizia per segnalare l’accaduto e gli uomini della questura avevano fatto scattare il provvedimento più rapido a disposizione delle forze dell’ordine, ovvero l’ammonimento.