Fermo, 28 giugno 2019 - C'è un mondo intero intorno ad uno dei tumori più diffuso, una malattia che colpisce il cuore della femminilità. C’è un mondo di storie e di umanità nei percorsi di cura dei tumori del seno, a Fermo c’è un sistema in grado di prendersi carico delle donne e di salvare loro la vita, attraverso cure sempre meno invasive.
Se ne occupa ormai da 30 anni l’oncologo Luigi Acito, il reparto è nato con lui e con l’allora primario Lucio Giustini. Oggi il primario è Renato Bisonni, Acito ha la gestione del servizio dedicato alle donne: «Parliamo di un problema che in Italia riguarda 800 mila donne, una su otto si ammala di tumori femminili, si attendono altre 52 mila diagnosi nel prossimo futuro. La buona notizia è che si può guarire, ci sono ottime probabilità di sopravvivenza e una buona qualità della vita».
Acito sottolinea che il segreto è soprattutto nella prevenzione, tre le cause accertate, il consumo di alcol, il sovrappeso nell’età della post menopausa, la sedentarietà. Anche nel Fermano l’incidenza è in crescita, tante le donne che vivono qui ma sono nate nei paesi dell’Est e in Cina, l’età media si sta abbassando di molto e si presentano anche donne che non hanno ancora 30 anni: «Lo stile di vita è una prevenzione primaria, poi ci sono gli interventi di prevenzione secondaria, le mammografie, la diagnosi il più possibile precoce, la scoperta della malattia quando è ancora gestibile» sottolinea Acito.
A Fermo è stato strutturato un ambulatorio per le visite senologiche cui si accede prenotando al Cup, due le sedute settimanali, il lunedì e il mercoledì, Acito conduce circa 300 visite l’anno e sono percorsi intermedi rispetto alla mammografia che dopo i 50 anni va fatta con regolarità, nel sistema di screening gratuito che pure il Murri offre. Il giovedì si riunisce la squadra che si prende carico di ogni paziente e che è composta dai radiologi, con la specialista Paola Campanella, l’anatonomopatologo e dai due giovani chirurghi che al Murri si occupano di intervenire sul seno, Chiara Romiti e Marco Romiti, stesso cognome ma nessuna parentela, professionisti entusiasti li definisce Acito: «Sono in grado di condurre interventi anche complessi, per la ricostruzione contiamo su un chirurgo plastico che viene da Ancona, si tratta di un sistema che ci consente di ridurre al minimo i tempi e permette anche di mantenere nel territorio i pazienti del Fermano. Abbiamo una mobilità attiva importante, siamo centro di riferimento per la senologia per le Marche sud».
Da qualche tempo al Murri c’è anche l’oncologa Michela Del Prete che si occupa delle indagini genetiche sui pazienti che hanno forte familiarità al tumore: «Si tratta di una professionista giovane e attenta - sottolinea Acito - che fa un primo colloquio di orientamento e poi effettua il prelievo del sangue che viene analizzato ad Ancona. È un servizio che abbiamo attivato dal primo marzo e già ha riscosso grande interesse». Il reparto si occupa anche di fare le analisi con l’ago aspirato, di accompagnare i pazienti dal punto di vista psicologico con la psicologa Barbara Esperide. Ci sono le estetiste volontarie e qualificate per sostenere le donne che hanno comunque bisogno della loro femminilità, c’è un sistema di cura che abbraccia anche l’anima delle persone e che può solo crescere e migliorare: «Siamo all’avanguardia per le terapie e per l’organizzazione - conclude Acito -. Sono al Murri da 30 anni e davvero c’è stata una crescita grande, un sistema che tutti insieme abbiamo costruito e che vogliamo migliorare sempre, insieme con i nostri pazienti».