PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Truffa milionaria col superbonus. La procura chiude le indagini

Coinvolto il boss della movida Salvatore Perricciolo, sono 27 i capi di accusa per i lavori svolti dalle imprese Opus Domus e L’isola felice tra il 2021 e il 2022.

Chiuse le indagini sulla truffa. del superbonus,. coinvolto il boss. Salvatore Perricciolo, latitante preso in Slovenia

Chiuse le indagini sulla truffa. del superbonus,. coinvolto il boss. Salvatore Perricciolo, latitante preso in Slovenia

Chiuse le indagini sulla truffa milionaria con i superbonus, che vedono coinvolto il boss 44enne Salvatore Perricciolo, latitante catturato nei mesi scorsi in Slovenia. Uno degli indagati però, l’ingegnere Davide Cesarini, maceratese residente a Porto Sant’Elpidio, ha visto riconosciute dalle Sezioni unite della Cassazione le sue contestazioni al sequestro subito.

L’inchiesta era stata avviata dalla procura di Fermo, ipotizzando che un gruppo di soggetti stesse speculando sui lavori edili, aumentandone i costi, per incassare più del dovuto con Superbonus e Sismabonus. Sotto accusa erano finiti così il boss della movida Perricciolo, da anni residente tra il Maceratese e il Fermano, la moglie Zofia Poradzisz, Giuseppe Spurio Ruiti, consulente del lavoro di Tolentino, Pier Luigi Lunghi, architetto di Martinsicuro, Giuseppe Acquavella, operaio di Porto Sant’Elpidio, Claudio Mazza di Montegranaro e Mauro Diomedi di Civitanova.

Nei giorni scorsi, il sostituto procuratore Eugenia Sinigallia di Fermo ha inviato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini con 27 capi di accusa, relativi ai lavori svolti dalle imprese edili Opus Domus e L’isola felice tra il 2021 e il 2022. I fatti sarebbero avvenuti a Montegranaro, Civitanova, Porto Sant’Elpidio, Macerata, Monte Urano. I reati ipotizzati sono la truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche, falso ideologico, falso in atto pubblico.

Pericciolo e Acquavella sono accusati anche di trasferimento fraudolento di valori: Perricciolo avrebbe intestato fittiziamente L’isola felice ad Acquavella, pur gestendola lui stesso. Lo stesso reato è contestato anche al 44enne alla moglie. Inoltre Perricciolo e la moglie sono indagati anche per autoriciclaggio: con il ricavato delle truffe avrebbero acquistato appartamenti ad Ancona e Porto Recanati, e verssato 90mila euro su una società svizzera.

Nel corso delle indagini, la Guardia di finanza aveva sequestrato 12 unità immobiliari, conti correnti e diverse auto di lusso. Nel mirino era finito anche Cesarini, che però aveva contestato al tribunale del riesame la misura presa nei suoi confronti, cioè il sequestro del conto corrente e di due appartamenti in comproprietà: l’ingegnere aveva spiegato di essersi limitato a lavorare per le imprese edili, fatturando le sue prestazioni e incassando quanto dovuto per il suo lavoro, somme in ogni caso più ridotte di quelle che avrebbero incassato gli altri accusati. Ma i giudici avevano respinto il ricorso. Gli avvocati Federico Valori, Benedetta Tommasoni e Renato Coltorti si sono rivolti alla Cassazione, e di fronte a una diversità di orientamenti il caso è stato trattato dalle Sezioni unite.