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Trasloco della scuola, le accuse di don Iginio

"Parrocchiani carissimi, non posso tacere, devo precisare alcune cose" scrive il parroco di Casette d’Ete, don Iginio Marcelli nella lettera...

Il parroco di Casette d’Ete, don Iginio Marcelli nella lettera allegata al bollettino parrocchiale sferra un duro attacco sul caso della scuola

Il parroco di Casette d’Ete, don Iginio Marcelli nella lettera allegata al bollettino parrocchiale sferra un duro attacco sul caso della scuola

Parrocchiani carissimi, non posso tacere, devo precisare alcune cose scrive il parroco di Casette d’Ete, don Iginio Marcelli nella lettera allegata al bollettino parrocchiale che sta circolando nella frazione, sul caso della scuola materna pubblica oggi chiusa, ripercorrendo una vicenda che non nasce certo da ora, che è stata impostata male dall’inizio, che è stata gestita peggio negli anni. Un amaro ‘j’accuse’ in primis verso un’amministrazione matrigna, e verso chi, ora, ha preso l’infausta decisione. "Casette ha perso il suo asilo che aveva dal 1939" sintetizza don Gino. "Mai il Comune ha pensato di costruire una scuola o un’aula per favorire la cultura. Non ha speso in passato e non vuole spendere ora. Sono entrati nell’edificio della parrocchia con l’idea di chiudere, di rimanere gratis e con l’abitudine di pagare l’affitto sempre in ritardo". Il primo contratto di affitto per 6 anni era di 24mila euro annui, poi rinnovato a 16.500 euro (nel novembre 2023 con scadenza 31 dicembre 2024) per una superficie pari a oltre 8 appartamenti: "Ho accettato pur di non veder chiusa la scuola. Ma il Comune spende più per una manifestazione di mezza giornata che per un anno scolastico. E quanto ha risparmiato in questi anni? Ma non c’è stato neppure un ‘grazie’. Una squisita gentilezza da parte del Comune". L’amarezza di oggi: "Si fossero presentati a trattare, l’avrei concesso pure gratis lo stabile. Ma nessuno è venuto. Sono state prese decisioni da chi non abbiamo votato e non conosce i problemi. A consigliare sono stati alcuni impiegati comunali, che conosciamo, rimanendo nel loro ufficio, con decisioni strane e contraddittorie come chiedere documentazioni a 15 giorni dalla scadenza del contratto senza rifarne uno nuovo". In conclusione: l’edificio non è idoneo. "Una scusa. Il Comune ha usato per 8 anni una casa costruita come asilo e nell’ultimo contratto non c’erano segnalazioni di lavori da fare. Se non era idoneo, come hanno potuto tenerci i bimbi? Potrei dire altro ma questo basta. L’augurio è che vengano ad amministrare persone disposte a servire".