Fermo, 28 novembre 2024 – Facevano parte di un’organizzazione di matrice albanese che controllava il mercato degli stupefacenti in tutto il Fermano e parte delle Marche, movimentando droga per circa 5 milioni di euro, ma erano stati smascherati dalla Guardia di Finanza di Fermo con l’operazione denominata “Shqiptar 2”. Nei guai erano finite 12 persone: Bledi Rreshka, 38 anni, residente a Porto Sant’Elpidio; Minushe Bardhaj, 34 anni, residente a Sant’Elpidio a Mare; Eglantina Hoxhaj, 42 anni, residente a Porto Sant’Elpidio; Rigels Sinani, 39 anni, residente a Porto Sant’Elpidio; Lito Erjon, 44 anni, residente a Sarnano; Ledjan Pllaha, 36 anni, residente a Genova; Klodjana Mema, 41 anni, residente a Genova; i gemelli Klaudjo e Xhemal Kurti, 29 anni, residenti a Perugia; Xhamali Domi, 59 anni, residente a Fabriano; Michele Tosi 31 anni di Montecassiano e Mohamed Belghazli, algerino di 31 anni residente a Porto Sant’Elpidio. Rreshka, considerato il personaggio di spicco dell’organizzazione, che aveva tentacoli anche in Abruzzo, in Liguria e in Umbria, ha patteggiato una pena di quattro anni e 11 mesi. A ruota hanno patteggiato anche gli altri 11 imputati per un totale di 20 anni, alcuni di questi in continuazione di reato. Gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Fermo, coordinati dalla Procura della Repubblica, avevano incastrato i 12 componenti del sodalizio con un’indagine durata circa due anni, protrattasi nel periodo compreso tra luglio 2022 ed aprile 2024.
Nello specifico, l’operazione aveva consentito di trarre in arresto tre persone di origine albanese in flagranza di reato e di recuperare, sottoponendo a sequestro, ingenti quantitativi di sostanza stupefacente di varia tipologia: 6,7 chili di marijuana, 6 chili di hashish, 2 chili di cocaina e oltre 2 chili di eroina. Attesa la portata dei recuperi di stupefacente e valutate le risultanze emerse, i militari delle Fiamme Gialle, d’intesa con il pm Marinella Bosi, avevano avanzato richiesta di misura cautelare in carcere, prontamente accolta, nei confronti di Rreshka, in quanto ritenuto al vertice dell’organizzazione. All’atto dell’esecuzione della misura cautelare, grazie anche all’ausilio dei “cash-dog” in forza al Corpo, erano stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 52.730 euro in contanti, considerati provento dell’attività di spaccio. L’attività effettuata dalla Guardia di Finanza aveva consentito di sottoporre a sequestro, oltre alla sostanza stupefacente, diverso materiale utile al confezionamento, 11 dispositivi cellulari impiegati nell’illecita attività e 4 auto di media cilindrata utilizzate per il trasporto della droga, colpendo in modo significativo un’organizzazione criminale che, secondo quanto ricostruito in fase d’indagine, avrebbe movimentato stupefacenti per un controvalore di circa 5 milioni di euro. Nelle fasi successive, a seguito di approfondimenti eseguiti sulle posizioni economico-patrimoniali dei principali indagati e dei relativi congiunti, i finanzieri avevano appurato, oltre a notevoli incongruenze fiscali, che alcuni componenti dell’organizzazione si adoperavano per trasferire i proventi illeciti derivanti dallo spaccio verso il territorio albanese.