Fermo, 22 giugno 2024 – Lo avevano tenuto d’occhio per diverso tempo in quanto sospettavano fosse un "pesce grosso" di un’organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti e avevano ragione, visto che in casa deteneva due chili di cocaina e sette di marijuana. Per questo motivo un 40enne elpidiense di origini albanesi, difeso dall’avvocato Maurizio Cacaci, ha patteggiato una pena di tre anni e sei mesi, una parte da scontare ai servizi sociali. L’uomo era stato chiamato a rispondere del reato di traffico di stupefacenti. Il 40enne era finito nei guai dopo una complessa indagine dalla sezione mobile del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Fermo e, a seguito del blitz, era stato effettuato il maxi sequestro di droga.
L’operazione era scattata nel luglio 2022 quando i militari delle Fiamme Gialle, dopo aver pedinato e osservato a lungo il trafficante, avevano pensato fosse arrivato il momento di entrare in azione. Avevano deciso così, di propria iniziativa, di fare irruzione nell’abitazione dell’uomo, situata a Porto Sant’Elpidio e avevano effettuato una meticolosa perquisizione con l’ausilio dell’unità cinofila. Occultati e impacchettati con il cellophane erano stati rinvenuti panetti di cocaina e sacchetti di marijuana già pesati e pronti per essere immessi nel mercato all’ingrosso.
La sostanza stupefacente era stata ben nascosta tra la mobilia e in nascondigli ricavati all’interno dell’appartamento ma, nonostante ciò, non era sfuggita al fiuto del cane antidroga che aveva partecipato al blitz. Il 40enne era stato arrestato in flagranza di reato, la cocaina e la marijuana erano state poste sotto sequestro penale.
La droga, una volta tagliata e immessa sul mercato, avrebbe fruttato circa mezzo milione di euro. Il giorno seguente davanti al gip del tribunale di Fermo si era tenuta la convalida dell’arresto e per il trafficante, difeso dall’avvocato Maurizio Cacaci, erano stati disposti gli arresti domiciliari. Le indagini erano proseguite per ricostruire la rete di trafficanti che collaboravano con il 40enne e per individuare le fonti di approvvigionamento. Le risultanze del canale investigativo, però, fanno parte ora di un procedimento parallelo che è ancora in corso di svolgimento.