FABIO CASTORI
Cronaca

Tentato omicidio. I carabinieri trovano una banda albanese al Lido Tre Archi

Blitz dell’Arma all’alba dopo il colpo di pistola dello scorso 29 settembre

Tentato omicidio. I carabinieri trovano una banda albanese al Lido Tre Archi

Tentato omicidio. I carabinieri trovano una banda albanese al Lido Tre Archi

Si erano resi protagonisti di un violento regolamento di conti culminato con il tentato omicidio a colpi di pistola del 38enne tunisino Jamil Nasri ma, a poco meno di un mese dal fatto di sangue, due dei componenti della banda sono finiti in carcere, mentre uno è ancora ricercato. Alle prime luci di ieri mattina, la pronta e tempestiva azione dei carabinieri militari del Comando provinciale di Fermo ha fatto finire in manette due membri del pericoloso gruppo criminale di matrice albanese, attivo nel territorio di Lido Tre Archi. Si tratta di Romina Plaka, una 33enne con un bel pedigree criminale, legata sentimentalmente ad un noto pregiudicato nordafricano, attualmente in carcere per reati legati allo spaccio, e del fratello 30enne della donna, Eno Shoti, anch’esso ben noto per reati specifici legati al traffico di stupefacenti. Come detto, ancora ricercato invece il terzo uomo.

Le indagini erano state avviate la sera del 29 settembre, a seguito del ferimento del tunisino avvenuto poco dopo le 21 in via Aldo Moro. Sul luogo dell’agguato era stato trovato il nordafricano, che presentava una lesione alla guancia destra, compatibile con un colpo d’arma da fuoco. Grazie all’intervento dei soccorritori del 118, il ferito era stato trasportato al pronto soccorso di Fermo e poi all’ospedale regionale "Torrette" di Ancona. Attualmente si trova fuori pericolo, nonostante la prognosi inizialmente riservata.

I carabinieri, dopo il rinvenimento di due coltelli e un grosso cacciavite sul luogo dell’aggressione, hanno condotto approfonditi rilievi tecnici e indagini tradizionali, giungendo in poco tempo all’identificazione degli autori del grave episodio. Secondo i gravi indizi raccolti, gli indagati avevano inizialmente aggredito verbalmente e poi fisicamente il tunisino, pure molto noto nell’ambiente del traffico degli stupefacenti e per numerosi reati predatori. Successivamente, nel corso di un inseguimento per le vie di Lido Tre Archi, l’aggressione era culminata in via Aldo Moro con un colpo di pistola esploso dai pregiudicati albanesi, volontariamente diretto alla testa con l’intento chiaro di uccidere il rivale. A sparare era stato un revolver, ma erano state utilizzate anche armi bianche tra cui un grosso machete. In quei frangenti di inaudita violenza, la donna albanese, munita di una mazza, aveva inveito e incoraggiato i connazionali ad ammazzare il nordafricano. Nel corso dell’operazione sono stati impiegati 30 carabinieri del Comando provinciale di Fermo che hanno anche operato perquisizioni negli appartamenti dei tre albanesi alla ricerca di armi e droga. I due pregiudicati arrestati sono stati rinchiusi rispettivamente nel carcere femminile Pesaro e in quello di Fermo.