MARISA COLIBAZZI
Cronaca

Il tarlo asiatico fa strage di alberi

I lavori di messa in sicurezza del Chienti da parte del Genio Civile hanno portato alla luce una situazione drammatica

Il tarlo asiatico fa strage di alberi, abbattuti e lasciati seccare

Sant’Elpidio a Mare (Fermo), 11 febbraio 2024 – Da settimane sono iniziati, e stanno proseguendo a ritmo serrato, i lavori di ripristino della funzionalità idraulica del Chienti, dalla foce risalendo verso monte (interessano anche il torrente Ete Morto) da parte del Genio Civile Marche Sud (finanziati con 1,2 milioni di euro) ma, negli ultimi giorni, questo intervento ha assunto contorni più massicci del previsto. Il motivo? E’ stato appurato che il tarlo asiatico ha attaccato una quantità impressionante di alberi (essenze di ogni tipo), imponendone l’immediato abbattimento.

Le cataste di tronchi abbattuti presenti su ambo i lati del tracciato del fiume, sono la riprova di quanto il tarlo asiatico sia stato invasivo per le folte e imponenti alberature.

"Soprattutto verso l’Ete Morto, la situazione è davvero drammatica. Gli alberi sono devastati dal tarlo" spiega il Genio Civile. Qualche settimana fa, l’Amap (Agenzia Marche Agricoltura e Pesca) aveva diffuso dati circa la presenza del tarlo asiatico nel territorio della provincia di Fermo, in base ai quali sarebbero stati censiti tremila esemplari arborei aggrediti dall’insetto infestante. E una buona parte è concentrata sul lungo Chienti per cui al taglio ‘idraulico’ (funzionale alla messa in sicurezza del fiume e dei terreni da parte del Genio Civile), si è dovuto aggiungere il taglio di un numero impressionante di alberi infestati e, di conseguenza, destinati a seccarsi e morire nel volgere di pochissimi mesi.

"A parte il taglio idraulico che avevamo in progetto di fare, è sopraggiunta questa complicazione che – precisa il Genio Civile - non è di poco conto". Né sembra essere più accreditata la convinzione che certi alberi possono non essere attaccati dal tarlo: teoria smentita dal dilagare della situazione e dalla constatazione che questo insetto non perdona. Questo surplus di lavoro imprevisto per la ditta appaltatrice, tuttavia, non comporta grosse modifiche all’impalcato progettuale iniziale: "Dopo il taglio ‘idraulico’ avevamo previsto la cippatura (il legno viene sminuzzato meccanicamente, ndr) ma a questo punto, si tratta di un’operazione diventata massiva, per cui il problema non è economico, ma di volumi perché di materiale ce n’è davvero tanto". Il lungo Chienti, con la scomparsa di ingenti quantità di vegetazione, ora offre ampi spazi aperti, prima invasi da alberi e rovi. "Abbiamo accelerato il taglio perché, come da circolare, lo possiamo fare fino al 1, poi faremo i movimenti terra".