Fermo, 23 agosto 2024 – Una sfida, prima di tutto con se stessi, per raggiungere il tetto del mondo e quasi toccare il cielo. È l’impresa compiuta dal fermano Emanuele Santarelli, in Tanzania insieme con la sorella Prisca che da ottobre è impegnata in un’esperienza come operatrice volontaria nei corpi civili di pace, per una ong a Dar Es Salam. Emanuele e Prisca sono partiti con un gruppo di guide locali lunedì della scorsa settimana, ci sono voluti diversi giorni di cammino, il fiato corto, un impegno grande per arrivare a raggiungere i 5895 metri del Kilimangiaro, per un’avventura indimenticabile.
“Mia sorella sta lavorando qui in Tanzania, ho quindi colto l’occasione per venire a trovarla e visitare il paese, racconta Emanuele, All’interno del nostro giro abbiamo inserito anche la scalata del Kilimangiaro. L’escursione doveva durare sette giorni con arrivo in vetta all’ alba del sesto e due giorni di discesa ma Prisca è stata poco bene con nausea e vomito a causa dell’altitudine, quindi la sera del quarto giorno ci siamo separati. Avevamo un gruppo di supporto di due guide e otto portatori che pure si sono separati. Io sono ripartito a mezzanotte e mezza del 16 agosto e sono arrivato in vetta alle 5 del mattino”.
Una sensazione unica, davvero con l’impressione di raggiungere il cielo dopo un percorso che richiede impegno, disciplina, la stretta collaborazione col gruppo, nessun azzardo: “Abbiamo poi riunito i due gruppi durante la discesa, io sono stato in vetta solo due minuti perché la temperatura si aggirava intorno ai meno 10 e la scarsità di ossigeno si faceva sentire”. Emanuele si è preparato alla scalata, appassionato di montagna e atletico com’è, ha voluto dimostrare che con la disciplina e un po’ di spirito di sacrificio si raggiungono risultati importanti: “Sicuramente serve una buona preparazione fisica, ma quello che fa veramente la differenza è un buon gruppo di supporto e rimanere positivi anche quando inizia a diventare dura andare avanti”.
A quattromila metri si è installato il campo base, prima dello sforzo finale, oggi Emanuele e Prisca sono ancora in Tanzania, la comunicazione è complicata ma la voglia di raccontare un’impresa grande c’è: “Ci siamo messi alla prova, sorride Emanuele, non mi aspettavo nemmeno l’attenzione che c’è stata nella mia città a Fermo. È stata un’esperienza impegnativa ma quello che abbiamo trovato, lungo la strada e poi in vetta, è stato veramente un regalo grande”.