I residenti di Lido Tre Archi tornano ad aver paura dopo l’incendio di ieri mattina e la guerra tra clan di nordafricani che sembra essere scoppiata da un paio di giorni nel popoloso quartiere costiero. A farsi portavoce della gente è Gabriele Voltattorni, il presidente del Corta, Comitato residenti Tre Archi, che focalizza i problemi del quartiere sulle bande di magrebini: "Stanno diventando sempre più numerosi e sempre più pericolosi. L’incendio in via Paleotti, che sappiamo tutti essere di origine dolosa, rappresenta l’escalation di una situazione ormai insostenibile. Il vero bubbone di Lido Tre Archi sono i clan dei tunisini, dei marocchini e degli algerini, che gestiscono l’attività dello spaccio e le attività criminali parallele. Stiamo parlando di persone estremamente pericolose che non hanno nulla da perdere, al contrario della gente per bene che vive nel quartiere". Voltattorni parla poi del controllo di vicinato istituito di recente: "Non funziona, la gente ha paura di esporsi direttamente, pertanto le segnalazioni dei residenti passano tutte attraverso il nostro comitato che garantisce l’anonimato. Paradossalmente, però, il Corta è stato tenuto fuori da questo accordo tra privato e Comune, ma vorrei ricordare che il memorandum sulla sicurezza l’avevo stilato io".
Anche l’avvocato Silvia Jommi, amministratore del condominio in cui è divampato il rogo punta il dito contro un gruppo di tunisini in particolare: "Sono cinque anni che denuncio la presenza di questi tunisini abusivi all’interno dell’appartamento incendiato da qualche loro antagonista. Tutti sanno che in quell’immobile si svolgeva attività di spaccio e non si può far finta di niente. Prima si sono posizionati in quell’appartamento facendo fare un contratto fittizio ad una ragazza di Monte Urano, poi, quando è diventato oggetto di sequestro giudiziario, lo hanno occupato abusivamente. La gente ha paura e dopo ieri notte è terrorizzata. Si tratta sicuramente di un atto intimidatorio, anche perché le stesse persone che hanno dato fuoco all’abitazione, hanno anche strappato la pulsantiera dei campanelli e dei citofoni all’ingresso per poi scagliarla dall’altra parte della strada.
fab. cast.