REDAZIONE FERMO

Stop violenza di genere: "Prendiamo in carico 50 donne ogni anno . Storie che si ripetono"

L’associazione On the road e l’Ambito sociale danno i numeri di un fenomeno che non si ferma e raccontano purtroppo vita vera "L’autore delle violenze è sempre il marito o l’ex compagno".

Stop violenza di genere: "Prendiamo in carico 50 donne ogni anno . Storie che si ripetono"

Associazioni e istituzioni si troveranno il 28 novembre al teatro dell’Aquila

Servono le storie per costruire consapevolezza e poi servono servizi, informazione, le donne devono sapere di non essere sole nella violenza e nel sopruso. È il senso della Giornata internazionale contro la violenza alle donne che si celebra lunedì prossimo, Fermo racconta 15 anni a supporto delle donne con l’associazione On the road e l’Ambito XIX, in collaborazione con l’Ambito XX e XXIV, l’Ast, la Prefettura, la Regione e la commissione regionale pari opportunità. L’appuntamento è per giovedì 28 novembre al teatro dell’Aquila, un’occasione per raccontare anche il progetto Viva Vittoria che ha raccolto fondi per tre associazioni a tutela delle donne, vendendo quadrati di coperti fatti a mano. Una esperienza lunga un anno che è oggi è diventata un libro fotografico. Per l’Ambito Sibilla Zoppo Martellini spiega che sono stati anni importanti, il centro antiviolenza è nato proprio nel 2009 per poi crescere, nei servizi e nei progetti, perché sempre più complessi si sono fatti i problemi. Tanti i testimoni dell’incontro, da Azzurra Rinaldi che racconterà cosa significa per una donna essere autodeterminante fino a voci di esperti sul tema.

On the road e il lavoro degli operatori è al centro del discorso, sono state 682 le donne assistite dal 2009 al 2023, sono 50 le nuove donne prese in carico ogni anno, come spiega Chiara Ferrari: "Non c’è un identikit delle donne vittime, quella che c’è sempre, oltre le botte, è la violenza psicologica. Gestiamo gli sportelli antiviolenza e la casa di accoglienza Fiori di mandorlo, qui arrivano soprattutto straniere che non hanno una rete parentale a supporto. L’autore delle violenze è praticamente sempre il marito, l’ex compagno, ci sono i figli che assistono".

L’assessore alle pari opportunità Micol Lanzidei spiega che si tratta di un sistema grande e articolato, un lavoro continuo: "C’è l’esigenza di raccontare le storie delle donne e come questo fenomeno viene affrontato. In prefettura con i comuni, le forze dell’ordine e le realtà sociali si sta cercando di mettere in ordine le procedure da seguire nei confronti di una donna vittima di violenza. Si fa grande lavoro in emergenza ma anche tutto un lavoro di prevenzione ancora più difficile, va a minare un problema strutturale e culturale. Si prende per mano la donna, la si porta verso nuove consapevolezze e a riscrivere la sua vita. Il lavoro è tanto e bisogna intervenire nelle scuole. Bisogna muoversi tutti insieme, uomini e donne, per raggiungere pari opportunità reali". Le fa eco la presidente della commissione regionale Pari opportunità che parla di un grande lavoro fatto e di tanta strada ancora da fare: "La Rete antiviolenza della prefettura sta facendo un lavoro capillare, quello che vogliamo dire alle donne è che non sono sole, non si deve rimanere in silenzio, ci sono organi deputati che possono aiutare". Lunedì ci sarà un consiglio regionale aperto sul tema, impegnata anche la commissione provinciale, con Maria Grazia D’Angelo, e quella comunale, con Romina Giammarini, che ha da oggi un proprio logo autonomo, mai avuto prima.

Angelica Malvatani