FABIO CASTORI
Cronaca

Società fittizie per evadere l’Iva: frode da 550mila euro nel commercio di auto usate

Sette denunce da parte della Guardia di Finanza, ci sarebbe oltre mezzo milione di euro non dichiarato. Al via il processo per i reati tributari di annotazione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti

L’indagine è stata portata avanti dal nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Fermo

L’indagine è stata portata avanti dal nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Fermo

Fermo, 16 gennaio 2025 – Avevano creato un sistema per frodare l’Iva nella commercializzazione di auto usate con fatture per operazioni inesistenti per oltre 550 mila euro. L’organizzazione era stata scoperta dal Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Fermo, che aveva denunciato sette persone, tra cui tre fermani e quattro dislocate in altre zone dell’Italia. Ha preso il via, davanti al tribunale di Fermo, il processo ai componenti della banda che sono stati chiamati a rispondere dei reati tributari di annotazione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione era scattata dopo complesse indagini, che avevano coinvolto anche Reparti del Corpo sul territorio nazionale, e avevano permesso di smascherare una frode all’Iva realizzata tramite un meccanismo fraudolento che consentiva ad un noto concessionario della costa fermana di commercializzare vetture usate, provenienti dall’estero, a prezzi particolarmente concorrenziali e in evasione dell’imposta.

I finanzieri, delegati e coordinati dalla Procura della Repubblica di Fermo, nell’esaminare minuziosamente la documentazione relativa alla vendita e all’immatricolazione di auto usate, avevano rilevato come la concessionaria acquistasse veicoli già immatricolati in altri Paesi dell’Unione Europea, soprattutto in Germania, attraverso l’interposizione fittizia di altre società italiane. Gli approfondimenti avevano permesso di individuare il meccanismo fraudolento, strumentale all’immissione in commercio di auto ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Il meccanismo fraudolento si concretizzava nell’interposizione, nella filiera commerciale, di una società “fittizia”, in gergo “cartiera”, costituita appositamente per l’emissione di fatture soggettivamente false e per l’accollo del debito Iva. La società “cartiera” acquistava solo formalmente la vettura dal fornitore comunitario, interponendosi tra il cedente e il reale acquirente italiano, rivendendo sottocosto a quest’ultimo, non dichiarando o comunque non versando l’Iva. La concessionaria italiana beneficiaria, acquistando con Iva, poteva usufruire della detrazione dell’imposta per l’acquisto effettuato e rivendere pertanto l’auto al privato ad un prezzo al di sotto di quello di mercato.

La particolarità riscontrata nel corso delle indagini è costituita dal meccanismo fraudolento posto in essere per l’immatricolazione delle vetture in Italia mediante l’utilizzo di false attestazioni presentate a nome del cliente finale, permettendo l’evasione dell’imposta sul valore aggiunto. Tale documentazione, dalle indagini svolte, veniva predisposta ad hoc dal concessionario fermano. Al termine delle attività erano state denunciate 7 persone, tra questi i tre amministratori della società fermana e ad altre quattro domiciliate in varie regioni d’Italia, titolari delle società interposte.