"Se non mi dai 6.000 euro ti sfregio con l’acido". E’ con questa terribile minaccia che aveva terrorizzato un uomo di Civitanova Marche per giorni, fino a quando la vittima, esasperata, si era rivolta ai carabinieri, che avevano teso una trappola all’estorsore e l’avevano arrestato in flagranza di reato. Per questo motivo per un marocchino di 37 anni residente a Montegranaro era finito alla sbarra e, al termine del processo, era stato condannato a tre anni di reclusione. L’imputato ha fatto quindi ricorso in Corte d’Appello, perché convinto che la pena fosse stata troppo pesante, ma la condanna in secondo grado è stata ulteriormente aggravata: ora dovrà scontare tre anni e due mesi di reclusione. L’operazione, dopo un’indagine lampo, era stata messa a segno dai militari del Nucleo operativo di Fermo e della stazione di Montegranaro con l’ausilio del Radiomobile di Civitanova Marche. La breve attività investigativa era nata a seguito della denuncia della vittima, che lamentava continue pressioni da parte del marocchino. Il 37enne aveva preteso la somma di 6000 euro in contanti, in particolare con la minaccia di sfregiare con l’acido l’uomo finito nel mirino. Le intimidazioni si erano fatte sempre più pressanti e, nel giro di pochi giorni, c’erano stati continui contatti telefonici e verbali con la solita minaccia: "Pagami quei soldi o ti faccio fare una brutta fine, ti sfregio con l’acido".
Una volta verificata la situazione e raccolti tuti gli elementi utili all’indagine, i carabinieri avevano consigliato alla vittima di stare al gioco e di fissare un appuntamento per consegnare la somma di denaro richiesta. In realtà si trattava di una trappola per cogliere il nordafricano con le mani nel sacco. I militari dell’Arma in borghese, dopo un breve appostamento nel luogo dove sarebbe dovuta avvenire la consegna della somma di denaro, un bar di Civitanova, avevano atteso l’arrivo dell’estorsore e lo avevano arrestato in flagranza di reato subito dopo aver ricevuto i soldi dalla vittima. Poi, a conclusione delle indagini, c’era stato il rinvio a giudizio, quindi la condanna in primo grado e l’aggravamento della pena inflitto dalla Corte d’Appello.
Fabio Castori