San Giovanni, contrada sfrattata

Il sindaco: "Non ci siamo disinteressati. La nostra azione è legittimata dallo stato passivo verso il Comune"

San Giovanni, contrada sfrattata

San Giovanni, contrada sfrattata

"Sulla vicenda della Contrada San Giovanni, adesso parliamo noi": così il sindaco Alessio Pignotti, l’assessore alle manifestazioni storiche, Paolo Maurizi, Alessandra Gramigna (presidente Ente Contesa e Commissario della San Giovanni). I tre, ripercorsi i fatti degli ultimi mesi, dichiarano: "Si procede allo sfratto, legittimato dallo stato passivo della contrada verso il Comune (circa 8mila euro, ndr), ci sono già dei procedimenti in corso". "Non ci sto a passare come chi si è disinteressato della questione. Ho avuto diversi incontri con le parti, senza esito. Entro in gioco per un immobile in cui sono state cambiate le chiavi, con il Comune che deve avere accesso al vano ascensore della casa di riposo, dove c’è un viavai di persone e se succede qualcosa ne rispondo io. E c’è un procedimento legale tra contrada e commissario. Sono stato più tollerante possibile, ma poi uno si stanca". La Gramigna, forte del pronunciamento del giudice che conferma il commissariamento, incalza: "Questo ricorso, che non ho voluto, mette nero su bianco che lo Statuto che ci siamo dati è valido anche per il codice civile. Abbiamo due decreti in cui due giudici diversi si sono espressi allo stesso modo: il primo non dando la sospensiva con urgenza, il secondo rigettando la sospensiva e il ricorso. Spero che nel giro di tre giorni, se ne prenda atto e si capisca che è tempo di restituire la Contrada San Giovanni alla San Giovanni perché nessuno ne è proprietario, neanche il commissario. Il giudice ha deciso chi porta avanti la baracca fino a novembre, per cui si restituiscano chiavi e patrimonio, altrimenti non significa pensare alla Contesa, ma solo alle proprie posizioni, o a strumentalizzazioni politiche". A novembre, ci sarà l’elezione di presidente e priore e un tesseramento "come da Statuto 2016". Ma il Commissario non può sanare la morosità? "Sì, ma non lo farò. Quando si ricostituirà la Contrada, ci penseranno loro. Chi ha fatto i debiti, li paga. Ho formalizzato a febbraio la proposta di versare 2500 euro per non far perdere alla contrada il rinnovo dell’affitto. Siccome con lo sfratto, si perdono rinnovo e agevolazioni, qualcuno dovrà assumersi anche questa responsabilità". Dopo lo sfratto che ne sarà della contrada? "Chiederemo la possibilità di utilizzarla per i pochi giorni che serviranno – conclude la Gramigna – e pagherò il dovuto". E per la Contesa del Secchio, nulla questio: la squadra c’è.

Marisa Colibazzi