Doveva essere riaperto al transito a settembre ma i termini, annunciati da amministratori comunali (ormai ex) e regionali, sono slittati di un mese, e poi prolungati ‘fino a fine lavori’ recita il cartello stradale relativo al cantiere del nuovo ponte sull’Ete Morto, a Casette d’Ete. Un’opera pubblica, salutata come benvenuta, iniziata tra fine 2023 e inizio 2024 e pian piano, diventata simbolo di enormi disagi. La chiusura al transito doveva essere di 3 mesi (dal 24 giugno) poi diventati 5 e i lavori sono ancora in corso. A subirne le conseguenze più serie sono soprattutto residenti e commercianti. Ma non ne sono immuni imprenditori, dipendenti e, in generale, automobilisti di un vasto raggio di territorio tra fermano e maceratese: un traffico importante dirottato sulla viabilità alternativa che ha riservato ulteriori (e prevedibili) disagi. "Attraversare l’incrocio della Mezzina è devastante – è unanime lo sfogo degli automobilisti -. Venendo dalla Montegranarese si creano lunghissime file perché, a ridosso del semaforo la carreggiata si restringe e il traffico verso Brancadoro non defluisce agevolmente. Venendo dalla Brancadoro, la fila di auto è sempre chilometrica. Aggiungiamo i costi di carburante e il tanto tempo perso, quando sarebbero stati sufficienti alcuni minimi, ragionevoli, accorgimenti per evitarci tutto questo".
Va un po’ meglio per chi sceglie l’alternativa della strada Santa Croce e lungo Ete, anche se troppo stretta. Qui, il maltempo e l’incremento del traffico, i bordi della carreggiata nei tratti iniziali e finali (asfaltati circa tre anni fa dal Comune) si sono erosi, creando situazioni di pericolo. Nei giorni scorsi, il Genio Civile è intervenuto in somma urgenza per ripristinare le condizioni di sicurezza. Alcuni disagi negli spostamenti li ha compensati la comoda passerella pedonale sull’Ete Morto (sarà rimossa a fine lavori), a metà della quale è stata abbassata la rete di protezione per una visuale migliore del cantiere e dei lavori in corso. "Ma quando apre il ponte?" si chiedono a Casette e dintorni.
Al momento, si ipotizza a metà di dicembre. Tuttavia, l’evidente accelerazione dei lavori dovrebbe significare un’apertura non troppo lontana anche se ormai, la fiducia negli annunci è persa del tutto, c’è la stanchezza per comunicazioni mai chiare per cui, semplicemente, si osserva il nuovo ponte che prende forma e si attende, appunto, la fine dei lavori.
Marisa Colibazzi