REDAZIONE FERMO

Ricordi ed emozioni. Don Armando Trasarti festeggia in carcere 50 anni di sacerdozio

E’ l’unico vescovo in Italia ad impegnarsi dentro una prigione "Tutte le domeniche c’è la messa, puntuale, poi i miei amici mi raccontano le loro storie. Qui i sorrisi sono veri e belli, c’è luce" .

Don Armando celebra la messa in carcere

Don Armando celebra la messa in carcere

Fermo, 7 novembre 2024 –  compleanni importanti si festeggiano con le persone care, gli amici, la famiglia. Per il vescovo emerito Armando Trasarti il posto del cuore è il carcere, con quelli che chiama i suoi amici, è qui che vuole celebrare i suoi primi 50 anni di sacerdozio, tra ricordi e emozioni, con la consapevolezza di essere là dove più forte è il male di vivere. Di fronte ha tutte le autorità del territorio, a partire dal Prefetto Edoardo D’Alascio, i vertici delle forze di polizia, il sindaco Calcinaro, il presidente della Provincia Michele Ortenzi, il garante dei diritti Giancarlo Giulianelli, Maria Lina Vitturini presidente della commissione regionale pari opportunità, l’ordine degli avvocati col presidente Fabiana Screpante. Mai si erano viste qui tutte insieme tante istituzioni, sorride don Armando che qui dentro è semplicemente il parroco di una parrocchia, unico vescovo in Italia ad impegnarsi dentro un carcere: "Tutte le domeniche c’è la messa, puntuale, poi i miei amici mi raccontano le loro storie, li vedo a colloquio coi figli piccoli, a volta porto qualcosa di buono da mangiare, sempre nel rispetto delle regole. Qui i sorrisi sono veri, sono belli, c’è luce". Loro, i detenuti, hanno cucinato per ore per mettere a punto il buffet, con la pizza e gli stuzzichini, hanno letto all’altare, hanno portato un messaggio di amicizia e di profonda riconoscenza nei confronti di don Armando che arriva, ascolta, non giudica.

Anche la comunità musulmana lo ringrazia per la comprensione e la dedizione, lui sorride e sottolinea: "Il vescovo Franceschetti mi diceva sempre di amare l’uomo imperfetto, di stare vicino a chi sbaglia sempre. Noi stessi siamo imperfetti, quando sento il dolore e la cura che c’è qui dentro piango". Un pensiero per il personale tutto, dalla direttrice serena Stoico che ha dato uno slancio importante alla vita del carcere, al personale sanitario: "C’è un’infermiera che sta dentro da 28 anni, sorride don Armando, pure lei è carcerata. Oggi aveva il giorno libero ma era felice di esserci". Raccomanda a tutti di avere cura delle persone, di consentire a tutti di ripartire, di ricominciare, aprendo le finestre alla tenerezza: "Le persone che incontro qui non tentano di giustificarsi, ammettono di aver fatto uno sbaglio, io non voglio sapere cosa hanno fatto, a me interessa quello che succederà da ora in avanti".

La comandante della polizia penitenziaria Loredana Napoli sottolinea l’umanità e la professionalità che il vescovo e la direttrice hanno portato nel carcere di Fermo, la stessa Serena Stoico ha sottolineato: "Abbiamo l’esigenza di essere parte della società, il carcere non può essere e non è solo il luogo del contenimento, è una sfida per tutti noi, una responsabilità nel garantire legalità, sicurezza, umanità". C’è il coro della diocesi a sottolineare i momenti della cerimonia, c’è la Caritas che qui è attiva e forte, con Mauro che coordina tutti gli interventi e ascolta la sofferenza delle persone, c’è il Rotary, c’è il nuovo numero del giornale che i detenuti hanno contribuito a scrivere, insieme con gli studenti delle scuole che scommettono sulla legalità raccontando il mondo del carcere vero. Emozionato il prefetto che raccomanda di riconoscere sempre, anche qui, dignità e solidarietà: "Sono stato già ad una domenica di messa, in carcere, qui don Armando ha costruito una famiglia".

Angelica Malvatani