L’ultimo atto del Marameo festival 2024 è terminato, Teatri senza frontiere è arrivato nell’Africa profonda, in uno dei paesi più poveri del mondo, lo Zambia. In questo mondo traballante un gruppo di teatranti volontari provenienti da varie parti d’Italia, grazie all’ospitalità e alla collaborazione di Koinonia Community di padre Renato Kizito Sesana, un missionario che tenacemente cerca di ridare un futuro a tanti bambini e ragazzi. Alcune testimonianze di tre partecipanti provenienti dal fermano: "Ritornare dopo 7 anni nel paese dalla terra rossa e rivedere gli occhi azzurri e profondi di padre Kizito ormai 81enne è stata un’emozione unica. In Africa il sole sorge e tramonta come in tutto il resto del mondo, ma le giornate sembrano farci percepire un tempo diverso, scandito da una quotidianità che vuole insegnarci il senso e il valore della lentezza, della bellezza delle cose povere e semplici, racconta Simona Ripari, Sono tornata in Africa perché in Africa l’abbraccio di un bambino felice grazie al Teatro dà un valore profondo a quell’arte della quale vivo. Non si possiede che l’arte che si riesce a dare". Aggiunge Gabriele Claretti: "Noi avevamo la nostra arte da condividere e abbiamo fatto in modo che il teatro accadesse anche lì dove sembrava impossibile, dove la povertà si nutre anche solo della carezza che si fa scivolare sul volto e sull’anima dei bambini che abbiamo incontrato e di quelli che abbiamo ritrovato in noi". Conclude Marco Renzi: "Abbiamo fatto 16 spettacoli in scuole sia pubbliche che private, università, centri di accoglienza per donne vittime di abusi, altri per ragazzi di strada e oggetto di tratta, abbiamo forse reso più leggera un’ora di vita di migliaia di persone che, sembra impossibile, vivono sullo stesso nostro pianeta. Ci portiamo a casa valigie piene di sorrisi, di abbracci, di mille mani che ci salutano ogni volta che, finito lo spettacolo, lasciamo il posto".
CronacaRenzi: "Abbiamo fatto 16 spettacoli, ci portiamo a casa sorrisi e abbracci"