di Fabio Castori
Sedici persone denunciate, tra cui 13 furbetti del reddito di cittadinanza, un imprenditore per aver recepito illecitamente contributi a fondo perduto per l’emergenza sanitaria da Covid e due per aver beneficiato del gratuito patrocinio senza i requisiti. È questo il bilancio della fitta rete di controlli messa in campo dal Comando provinciale della Guardia di Finanza per contrastare gli illeciti economico-finanziari commessi nel settore della spesa pubblica ed in particolare quelli connessi allo stato emergenziale sanitario. L’attività investigativa delle Fiamme Gialle fermane si è concentrata sulla posizione di alcuni beneficiari di incentivi, in particolare quelli relativi alla produzione e alla fornitura di dispositivi medici, preliminarmente individuati dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressioni frodi comunitarie del Corpo di Roma.
In un caso, il Gruppo di Fermo ha accertato l’illegittima percezione di erogazioni, a danno dello Stato, per 186.450 euro da parte di una società dell’entroterra fermano attiva nella produzione e commercializzazione di materiale plastico, il cui rappresentante legale è stato denunciato alla Procura di Fermo per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato per aver riportato dati non veritieri nella domanda di ammissione all’agevolazione, con conseguente proposta di sequestro per gli importi non spettanti.
Sempre in materia di spesa pubblica, l’attività ispettiva dei militari del Corpo si è concentrata parallelamente sulle richieste presentate dai cittadini fermani per ottenere il reddito di cittadinanza.
Con la supervisione dell’autorità giudiziaria e la costante collaborazione dell’Inps, anche grazie all’incrocio dei dati rilevati nelle banche dati in uso al Corpo, i militari del Gruppo di Fermo hanno individuato 13 persone che, pur non avendone il diritto, hanno incassato il sussidio, constatando svariate irregolarità nelle autocertificazioni prodotte, come informazioni non veritiere sulla composizione del nucleo familiare, oppure sul possesso della cittadinanza e della residenza. È stato accertato un danno alle casse dello Stato ed alla collettività per oltre 27.000 euro ed è stato possibile impedire l’erogazione di ulteriori somme per oltre 40.000 euro.
I responsabili, due italiani e 11 stranieri, sono stati tutti denunciati per aver ottenuto indebitamente il sussidio e per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, e segnalati all’Inps per la revoca e la restituzione delle somme. Le indagini, nello specifico settore, sono tuttora in corso per individuare ulteriori irregolarità. Infine, grazie ad ulteriori accertamenti, due cittadini italiani sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per aver dichiarato falsità, aver omesso informazioni sulle proprie disponibilità reddituali nelle istanze prodotte ed aver conseguentemente chiesto e ottenuto illegittimamente il patrocinio gratuito a spese dello Stato per farsi difendere in tribunale.