ANGELICA MALVATANI
Cronaca

Fedeltà record di un turista, da 70 anni in vacanza a Fermo: "Qui ritrovo tutti i miei ricordi"

Aveva appena spento la sua prima candelina e già trascorreva l’estate qui: "Per me agosto vuol dire rivedere i miei posti, partivamo a mezzanotte per arrivare il pomeriggio del giorno dopo"

Fabrizio Cerenza ricevuto dal sindaco: Calcinaro ha voluto dimostrargli riconoscenza per la sua fedeltà

Fabrizio Cerenza ricevuto dal sindaco: Calcinaro ha voluto dimostrargli riconoscenza per la sua fedeltà

Fermo, 31 agosto 2024 – Se ci fosse un premio fedeltà per i turisti, Fabrizio Cerenza vincerebbe a mani basse. Originario di Busto Arsizio, in località Castellanza, vive le sue ferie a Fermo da quando aveva appena un anno, oggi ne conta 71 e non salta una stagione. A chi gli dice perché mai non cambia la sua destinazione risponde convinto: "Per me agosto è Fermo, se devo andare da un’altra parte ci vado in un altro periodo dell’anno, devo ritrovare i miei ricordi, i miei posti, i miei riti".

Una fedeltà che gli è stata riconosciuta anche dal sindaco Paolo Calcinaro che ha voluto consegnargli una targa ricordo, una sorta di cittadinanza virtuale: "Mio zio sacerdote era dal 1947 segretario del vescovo Perini che appunto era del mio paese, racconta Fabrizio, ci ospitava lui negli anni ’50, in un primo momento al collegio Fontevecchia che era una foresteria. Poi è diventato priore di San Michele Arcangelo e di Santa Caterina e aveva una casetta in entro storico. Io partivo con mia nonna, sua sorella, due giorni dopo la fine della scuola e stavamo a Fermo a fargli compagnia fino a tutto agosto".

Si partiva a mezzanotte quando non c’era ancora l’autostrada e si arrivava il pomeriggio del giorno dopo, stravolti da un viaggio che pareva immenso, ma nessuno si lamentava. All’arrivo poi cominciavano i mesi di giochi e di corse al fresco del Girfalco, a stringere amicizia con i nomi storici della città: "Mi ricordo la trattoria Ferracuti sotto l’orologio di piazza, i figli del titolare della Casina delle Rose che era all’epoca un bell’albergo, e poi Bibi Iacopini che conosco da 60 anni e che è oggi il grande inventore del mercatino. Ma davvero avevo un’infinità di amici, qui mi sono sempre sentito a casa. Sono stato anche al San Carlo con il mitico don Celso".

Per Fabrizio l’estate è qui, erano le serate all’ippodromo a Montegiorgio, gli spaghetti alle vongole a Porto San Giorgio: "Quando ho preso la patente venivo per conto mio, nel frattempo mio zio aveva una mansarda a Casabianca e ci ospitava già. I primi anni sul mare non c’erano stabilimenti balneari, poi piano piano sono arrivati e nel 1974 ci siamo stabiliti al Sombrero, da allora non abbiamo più cambiato e ho vicini di ombrellone ormai da 50 anni".

Nel tempo le vacanze si sono accorciate, il lavoro in banca lasciava solo il mese di agosto libero, sono arrivati i figli, poi tre nipoti e piano piano anche loro si sono legati a questo territorio: "Adesso c’è un caro amico che ci mette a disposizione un appartamento sempre a Casabianca, lo tiene libero e gli fa piacere che viva un po’ grazie a noi. Vi invidio tanto la qualità della vita, l’ottimo cibo, anche il clima fresco e asciutto. Certo, quando venivamo con mia nonna di sera al Duomo serviva il golfino oggi non serve più che fa più caldo ma è sempre meglio che su da noi. Certo, è cambiato molto da quando venivamo negli anni ’60 ma è ancora tanto bello, con quel legame di amicizia che non si spezza mai e che rende una terra tanto accogliente e generosa".