La Valdaso, da sempre territorio di orgoglio nel settore agricolo a livello nazionale, tra i versanti delle province di Fermo e Ascoli, trema nel punto centrale: la disparità di servizio della rete irrigua, che dai monti al mare, è spezzata nettamente nella sua funzionalità. L’impianto irriguo dell’Aso è suddiviso nei distretti della media e bassa valle, alimentati dal bacino artificiale di Gerosa e vanno a servire i terreni agricoli attraverso una rete di vecchi impianti a scorrimento e più recenti impianti a pressione.
Proprio qui nasce il problema che vede molti agricoltori della bassa valle dell’Aso, sul piede di guerra, stanchi di essere penalizzati da un sistema di irrigazione svilente. La linea del canale che parte dal bacino di Ponte Maglio (Santa Vittoria in Matenano) è servita con sistema a pressione fino al confine tra Monterubbiano e Moresco, mentre da qui ad Altidona la linea è servita da canale a scorrimento a cielo aperto. Tra le due tipologie di irrigazione, c’è un divario enorme in termini di efficienza.
Gli agricoltori che possono contare sul sistema a pressione, sono serviti da acqua irrigua in modo costante, hanno la garanzia di salubrità di acque che scorrono con tubature sotterranee e soprattutto hanno la costante disponibilità irrigua nei tempi stabiliti dal consorzio di bonifica. Opposte le condizioni per chi è servito dal canale a scorrimento: acque che scorrono nel canale a cielo aperto, spesso rese impure da rifiuti, fango e detriti che ostacolano la distribuzione secondaria dell’acqua e con una portata non sempre sufficiente.
Ciò comporta sofferenza idrica e danni alle coltivazioni, ripercussioni negative sui bilanci economici e svalutazione delle aziende. C’è la necessità di ammodernare l’infrastruttura completando la linea irrigua a pressione su tutto il territorio dai monti al mare del fiume Aso. Il punto di svolta sarebbe arrivato con una riqualificazione resa pubblica dal consorzio di bonifica circa un anno e mezzo fa, che prevedeva "la realizzazione di una vasca di accumulo alimentata da una traversa esistente sul fiume Aso all’altezza di Petritoli, da cui far partire la condotta principale che trasporta la risorsa idrica fino alla rete di distribuzione e ad altre due vasche di accumulo ad Altidona e Campofilone".
L’importante opera sostenuta dalla Regione avrebbe riqualificato l’intera linea fino ad Altidona e Pedaso. Ma non è così. Il consorzio di bonifica ha infatti reso noto che l’opera non sarà realizzata sull’intera condotta, ma solo su uno stralcio sul tratto Moresco Lapedona con lavori già appaltati. Ma quale destino attende le aziende ubicate nel tratto Lapedona Altidona e Montefiore dell’Aso Pedaso?
Paola Pieragostini