
Prestiti bancari in calo Imprese, giù le richieste
Diminuiscono i prestiti bancari alle imprese della provincia di Fermo. Nell’ultimo anno le imprese del fermano hanno fatto registrare una flessione nella richiesta di prestiti pari a -7% ben superiore alla media nazionale che si è attestata a -5%. Alla fine del mese di maggio 2022 l’ammontare dei prestiti erogati dalle banche che operano nel fermano ammontavano a 1.807,3 milioni di euro contro i 1.680,5 milioni di euro registrati alla fine del mese di maggio di quest’anno. Una flessione che in valori assoluti è pari a -126,8 milioni di euro e in termine percentuali pari a -7%.
Tra le province italiane, la più interessata in termini percentuali dal cosiddetto credit crunch che si è abbattuto sul Paese è stata Trieste. Tra maggio 2023 e lo stesso mese del 2022 il capoluogo giuliano ha segnato una riduzione degli impieghi vivi (vale a dire al netto delle sofferenze) alle imprese del 15 per cento (-673,8 milioni di euro). Seguono Aosta con il -14,6 per cento (290,7 milioni), Biella con il -12,7 per cento (- 232 milioni), Savona con il -12,2 per cento (251,2 milioni) e Cagliari con il -11,6 per cento (-384,3 milioni di euro). In termini assoluti la realtà più penalizzata è stata Roma con una contrazione di 5,1 miliardi di euro. Come mai in questo ultimo anno in Italia i rubinetti del credito hanno continuato a chiudersi, mentre in gran parte del resto d’Europa ciò non è avvenuto? È una domanda che si sono posti gli studiosi della Cgia di Mestre che hanno elaborato uno studio utilizzando i dati resi disponibili dalla Banca Centrale Europea.
Gli esperti segnalano che in Italia il settore manifatturiero dà vita alla gran parte della domanda complessiva di credito in capo alle imprese: "La situazione di rallentamento dell’economia mondiale a cui si aggiunge il forte inasprimento del costo del denaro imposto in quest’ultimo anno dalla Bce avrebbero indebolito notevolmente la richiesta di liquidità. Va altresì sottolineato che nel periodo della pandemia molte imprese avevano aumentato i risparmi. Ora, che la remunerazione dei depositi è tra le più basse d’Europa e i tassi passivi superano abbondantemente il 4 per cento, tante aziende trovano più conveniente finanziarsi prelevando le risorse allocate nel proprio conto corrente. Quest’ultimo è un aspetto sicuramente positivo e confermato dai dati. Nell’ultimo anno, infatti, i depositi bancari delle imprese italiane sono diminuiti del 4,3 per cento (pari a -21,5 miliardi di euro)". La stretta sul credito ha colpito soprattutto le piccolissime imprese. "A Francoforte "preferiscono" la crisi all’inflazione – sostengono i ricercatori della Cgia di Mestre – e dal 2011 il trend dei prestiti bancari alle aziende è in costante calo".
Vittorio Bellagamba