Quuando aveva visto entrare nel suo condominio quelle tre donne sconosciute e dopo alcuni minuti soltanto una era uscita dal palazzo, per poi stazionare nei pressi del portone, si era insospettito e aveva subito allertato la polizia. Aveva ragione, perché le tre erano risultate essere le componenti di una pericolosa banda "in gonnella" che aveva già a messo a segno decine e decine di furti. Le tre malviventi, rispettivamente di 33, 43 e 54 anni, tutte residenti nel Teramano, sono finite davanti al giudice del tribunale di Fermo e, al termine del processo, sono state condannate rispettivamente a due anni e otto mesi, due anni e due mesi e due anni per tentato furto in abitazione, rifiuto di fornire le proprie generalità, possesso di arnesi atti allo scasso e, la prima, anche per la resistenza opposta durante il controllo. La scoperta era stata fatta nel novembre 2020 dagli uomini della squadra volante che, intervenuti in brevissimo tempo sul posto, avevano proceduto al controllo. La donna fuori dal palazzo, con atteggiamento di sfida, si era rifiutata di fornire le proprie generalità, aveva estratto dalla borsa il cellulare, sostenendo di voler chiamare, in suo ausilio, il proprio fidanzato. All’improvviso aveva tentato di fuggire, sempre con il telefono in mano, ma era stata bloccata dopo pochi metri malgrado avesse opposto resistenza agli agenti. Presa la prima, i poliziotti si erano messi alla ricerca delle altre due donne: avevano ispezionato le parti comuni del condominio, trovandole accucciate e nascoste in un vano del seminterrato senza illuminazione. Accompagnate al di fuori dello stabile, le due fermate avevano dichiarato di non avere al seguito i documenti di identità e si erano rifiutate di fornire le proprie generalità. Gli uomini della questura, subito dopo, erano stati contattati da una inquilina del secondo piano del palazzo, che aveva riferito del tentativo da parte delle due sconosciute di ingannarla con la scusa di chiedere informazioni su un appartamento in vendita nel condominio.
Le due erano entrate nella sua abitazione, ma, dopo alcuni minuti una aveva ricevuto una telefonata, a seguito della quale erano fuggite, scappando giù per le scale. I poliziotti avevano subito ricollegato la chiamata fatta dalla donna, che era il "palo" della banda e, a seguito delle perquisizioni, nelle borse erano stati rivenuti un paio di grosse forbici ed un cacciavite di grosse dimensioni, sequestrati in quanto arnesi atti allo scasso. Le tre donne erano state accompagnate in questura, fotosegnalate dalla polizia scientifica e identificate. Era emerso così che a loro carico avevano numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, in particolare furti e truffe. Le ladre seriali erano state denunciate all’autorità giudiziaria.
Fabio Castori