Tra i 25 studenti più bravi d’Italia premiati con il riconoscimento di ‘Alfieri al Merito’ durante la cerimonia tenutasi al Quirinale, presieduta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c’è Alessandro Bastarelli di Fermo. Diplomato all’Itet Carducci Galilei con lode, con una media del 9,6, Alessandro Bastarelli è studente all’Università di Lettere arte e archeologia di Ferrara, ed il suo obiettivo è specializzarsi in Filologia ed intraprendere la carriera accademica.
Alessandro, sapeva di essere tra i candidati al riconoscimento?
"Si. Ma non potevo immaginare di venire premiato. Ho saputo che avrei ricevuto l’onorificenza a fine estate, ma non me lo aspettavo davvero".
E’ possibile descrivere l’emozione provata durante la consegna del premio?
"Tanta tensione per essere in un ambiente istituzionale a cui non sono abituato, tanta emozione fatta di orgoglio per il traguardo raggiunto e gratificazione per i tanti sforzi e sacrifici fatti nel tempo".
Crede che il riconoscimento influirà sul suo percorso di studi?
"Ho sempre studiato con serietà e dedizione. Credo che questo premio sarà una motivazione in più verso il raggiungimento di obiettivi imminenti e futuri".
Lei ha 19 anni. Fa parte del ‘mondo giovanile’ spesso protagonista di cronaca figlia di disagi. Cosa pensa di questa parte di realtà sociale?
"In verità si leggono spesso brutte notizie che coinvolgono i giovani. Non so a cosa siano imputabili certi comportamenti. Sicuramente sono legati all’ambiente circostante che condiziona la mente giovane e quando si tratta di ambienti sfavorevoli e sterili dal punto di vista culturale ed umano, nascono disagi".
A fronte di un’età giovanile, ha raggiunto grandi traguardi. Ci sono stati momenti di scoraggiamento a cui ha fatto fronte? "Si. Quando ho dovuto scegliere tra lo sport agonistico e lo studio, lasciando il primo per concentrarmi maggiormente sul secondo. Spesso penso a quel periodo e fa un po’ male ricordare quelle emozioni".
Si è pentito?
"In parte si. Ma sono certo che se tornassi indietro rifarei la stessa cosa".
E’ mai stato ‘bullizzato’ per il suo amore per lo studio?
"Forse ‘bullizzato’ è un termine forte. Però, sì, ho sentito più volte commenti spiacevoli su di me per questo, ma non mi hanno mai toccato. Non ho intenzione di farmi ferire da ciò che considero giusto per la mia vita. Purtroppo tra i giovanissimi lo studio sembra sia disdicevole. D’altro canto si respira anche una certa invidia da competizione. Anche in questo caso però ho sempre creduto sia importante trasformare ogni rapporto tossico in produttivo per tutti".
Se la sentirebbe di dare un consiglio a chi è giovane come lei e più piccolo di lei?
"Fissare obiettivi, conservare sempre la determinazione e sopportare i sacrifici per raggiungerli mantenendo la propria autenticità contro tutto e tutti, senza barattare mai la propria vita e il proprio benessere per nulla e nessuno".
Quali sono oggi, la sua determinazione ed i suoi obiettivi?
"Portare a termine la triennale e poi approfondire la disciplina della Filologia con ricerca e proiezione alla carriera accademica".
Vuole ringraziare qualcuno?
"La mia famiglia, i miei amici e chiunque mi abbia sostenuto mantenendo saldi dialogo e confronto, anche affrontando pareri diversi e discordanti".
Paola Pieragostini