
La polizia al lavoro
Gli uomini delle forze dell’ordine ci sono, ma non ci sono. Non è un gioco di prestigio, ma poco ci manca. La questura di Fermo, sin dalla sua istituzione ha sofferto e soffre tutt’ora di una cronica carenza di organico, seppure, ad oggi, il trend sembrerebbe essersi finalmente invertito. I numeri nudi e crudi danno l’impressione che finalmente, dopo tanto tempo, la pianta organica abbia raggiunto i livelli normativi. Tuttavia, esaminando la situazione, ci si accorge che essi celano un "inganno", ovvero nel conteggio totale vengono inclusi almeno una decina di poliziotti che, a vario titolo, sono aggregati in maniera permanente in altre città o stanno frequentando lunghi corsi di formazione presso gli istituti di istruzione per accedere ad un ruolo superiore e, pertanto, non è certo che verranno riassegnati a Fermo.
A sollevare nuovamente il problema sicurezza e della carenza di personale è il segretario provinciale del sindacato di polizia Sap, Alessandro Patacconi: "Oltre all’organico della questura, c’è da parlare della situazione della sezione della polizia stradale di Fermo e del distaccamento di Amandola, che sembrano essere stati ormai dimenticati dal nostro Dipartimento. A dicembre sul piano di potenziamento erano previsti due agenti oltre il numero attuale e invece ne è arrivato solamente uno in più. Alla luce di ciò chiediamo di unire tutte le forze politiche affinché questo incremento possa concretizzarsi in maniera significativa perché la polizia di Stato e la salvaguardia della sicurezza dei cittadini non hanno colore politico".
Per quanto concerne la proposta di aprire dei posti fissi e di effettuare un controllo del territorio permanente Patacconi ricorda che nei mesi scorsi, proprio il Sap aveva lanciato l’idea di aprire nella provincia di Fermo una sede del Reparto prevenzione crimine, attualmente inesistente in tutta la regione. "Ovviamente – continua Patacconi - in tempi di crisi economica e guerre, i problemi fermani sono poca cosa per il Governo centrale. I problemi della sicurezza non si risolvono con i proclami politici, le campagne elettorali e l’odio per le uniformi, qualcuno è tornato a chiedere il disarmo e i numerini. Se si vuole un apparato della sicurezza più performante e risultati migliori, bisogna investire, bisogna stanziare fondi per la formazione, riaprire le scuole chiuse da anni, equipaggiare il personale con dotazioni tecnologiche adeguate".
"I cittadini – continua – devono sapere che la nostra questura garantisce ogni giorno e in ogni turno di servizio, almeno due volanti - cosa rara in altre provincie simili alla nostra - che corrono continuamente per garantire la sicurezza di tutti noi. A noi del Sap, che siamo poliziotti in servizio attivo e l’attività sindacale è un qualcosa che va oltre il nostro lavoro, non piacciono i giochi al massacro che non fanno altro che indebolire l’apparato della sicurezza e colpiscono in prima persona chi, ogni giorno, per uno stipendio dignitoso ma certamente non adeguato ai compiti, rischia la propria vita per garantire la democrazia in questo Paese. Sap significa Sindacato autonomo di polizia ed è per questo che non ci occupiamo di politica né appoggiamo partiti".
Fabio Castori