Comincia piano, quasi un sussurro, poi canta tutta la piazza e dentro Bella ciao ci sono le lacrime, il sangue versato, i sacrifici di tanti giovani. È cominciata così la cerimonia per il 78° anniversario della festa della liberazione, con tantissimi sindaci, tanta gente comune, l’imam Labdidi a rappresentare la comunità musulmana, tanti giovanissimi, molti capotti rossi, tantissimi fazzoletti tricolore. Una data necessaria, sottolinea con voce ferma e decisa il presidente dell’Anpi di Fermo, Paolo Scipioni, nel giorno in cui la nostra Provincia si vede riconosciuto con la medaglia d’oro al valore civile l’impegno per la resistenza: "Quella del fermano è stata una resistenza aperta, frontale, globale, resistenza armata e non armata, nell’umanità del rifiuto. La Costituzione antifascista non va semplicemente difesa, va esaltata, vissuta, proclamata, letta, fatta girare e fatta vivere". E poi ricorda i 300 giovani che salirono sui monti a combattere, partiti da Amandola, Porto San Giorgio, Fermo, Magliano, Montegiorgio, Montefortino, Monte Monaco: "Il primo caduto fu Angelo Biondi fucilato nella piazza di Amandola il 2 ottobre ‘43, a presiedere il comitato di liberazione nazionale di Fermo è stato don Gaspare Morello, sacerdote e preside del liceo classico. A Montemonaco è morto Enrico Bellesi, giovane partigiano di 16 anni appena. E ancora ricordiamo Umberto Cerretani di Capodarco, carabiniere, Assunta Monterisciani, e poi tanti ragazzi indiani, bengalesi, somali, tutti uniti per la libertà di un territorio che non era proprio casa loro, con l’idea che o ci si salva tutti insieme oppure nessuno si libera".
E ancora, Giuliano Montanini, Alvaro Venanzi, Giovanni Armando Campofiloni che a Marina Palmense imbarcava i fuggiti e li portava al sud liberato. E Joyce Lussu, Emiliano Salvadori, il pittore Osvaldo Licini, la maestra Ada Natali e tutti i contadini, pescatori, semplici cittadini che hanno nascosto un ebreo, un partigiano, un prigioniero salvandogli la vita. Sono queste vite ad aver predicato la Costituzione, aggiunge Scipioni, prima ancora che fosse realmente scritta. Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ricorda che l’iter per il riconoscimento della medaglia d’oro è partito con l’allora presidente della Provincia Cesetti e l’assessore Buondonno, un risultato oggi festeggiato in pieno: "Il 25 aprile va vissuto senza esitazione, la nostra costituzione è l’antifascismo, altrimenti non saremmo qui liberi e dobbiamo ricordarlo sempre e in ogni momento, tanto più da chi ha oggi responsabilità politiche apicali". il prefetto Michele Rocchegiani legge il decreto del presidente della Repubblica per la medaglia d’oro, per rendere merito alla mobilitazione di vari comuni della provincia e al fenomeno resistenziale di massa contribuirono ad allontanare il fenomeno nazifascista.
Emozionato il presidente della Provincia Michele Ortenzi che ha voluto condividere il risultato con Moira Canigola che lo ha preceduto nello stesso ruolo, il senatore Francesco Verducci parla di grande orgoglio per il territorio tutto. Un premio è andato alla scuola di Montappone che ha realizzato un video con i ragazzi, dentro un progetto di ragionamento sulla figura di Ada Natali, sulla Costituzione, sull’articolo che recita del diritto alla scuola e all’istruzione per tutti. Il premio per i ragazzi è una gita a casa Cervi a Reggio Emilia, simbolo di sacrificio e di resistenza. Belli e delicati i disegni dei piccoli dell’asilo nido Santoro di Fermo, tutti rossi di papaveri, commoventi le voci dei bambini diretti da Caterina Monterubbianesi, con al piano Maria Pauri, a raccontare la storia di un bambino di 7 anni che ha perso la vita in quegli anni terribili e che invece avrebbe tanto voluto crescere felice.
Angelica Malvatani